Il Movimento 5 Stelle si misura con le candidature per le primarie (on line), mentre il Pd, che cinque anni fa metteva in campo questo strumento per la selezione dei parlamentari, oggi sta a guardare. A dar forma alla correzione di rotta sull`utilizzo delle primarie, marchio di fabbrica del Pd e del primo renzismo, è la senatrice Laura Cantini, fedelissima del segretario. «Non prendiamo lezioni dai grillini – dice – la richiesta di primarie non è ora tra quelle che arrivano dalla nostra gente». L`ex sindaco di Castelfiorentino spera in una telefonata che si traduca in una nuova candidatura, proprio come avvenne nel 2013: «A gennaio, dopo le primarie, fui chiamata al telefono dall`allora segretario Bersani: su evidente indicazione di Matteo Renzi mi chiedeva di candidarmi al Senato.
Accettai con orgoglio, come farei oggi».
È per caso allergica alle primarie?
«Assolutamente no, parteciperei se si stabilisse di farle. Tuttavia sono abusate, se ne fanno troppe: sono utilizzate di più di quanto realmente servano».
E allora quando servono?
«Sono utili per le cariche monocratiche, come i sindaci o i presidenti di Regione, perché si basano sulla conoscenza reale della persona, mentre quelle diffuse spesso si basano sulla simpatia e sulla efficacia delle campagne social».
E questo il motivo per cui non le avete fatte stavolta?
«Penso che con questo tipo di legge elettorale debba essere il partito ad assumersi la responsabilità della scelta dei candidati che competono nei collegi».
E peri listini?
«Per quelli forse si sarebbero potute fare: io non sono contraria in assoluto, sta di fatto che in questo caso si è deciso di non ricorrere allo strumento».
Pare non ci sia stato un dibattito all`interno del Pd sulla possibilità di metterle in campo. Come mai?
«Non c`è stata pressione per fare le primarie da parte del nostro popolo: ci hanno chiesto più di ogni altra cosa candidature all`altezza del compito».
I grillini scelgono invece questa strada…
«La loro forma di democrazia mi fa nutrire dubbi sin dall`origine. Una democrazia finta: in Senato non avevano autonomia personale, nemmeno per gli interventi».
Non c`è nulla da imparare da loro?
«Probabilmente l`uso dei social network. Sono stati bravi a capire che si trattava di uno strumento che poteva dar consenso. Certo, se non si facesse con le fake news, come stanno continuando a fare, tutto sarebbe più leale».
Non ha l`impressione che i grillini possano divenire più credibili del Pd, sul terreno della partecipazione diretta?
«Le primarie fatte in fretta non sono il giusto mezzo. Ricordo che la scorsa volta, fatte in questo stesso periodo, non furono tra le più partecipate. Meglio farne meno, ma nei
momenti più importanti. Le primarie sono abusate e i cittadini lo comprendono».
Il M5S lancia la sfida in Toscana: vogliono diventare il primo partito.
«La credibilità del Pd è ancora importante. La Toscana poi ha un alto apprezzamento per gli investimenti fatti qui dal governo centrale. Contano più i fatti delle parole, resteremo il primo partito».


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