“Ci sono tre pilastri che sorreggono una fondamentale misura di giustizia sociale come il salario minimo: la buona contrattazione tra le parti sociali che va difesa e incentivata, l’estensione alla platea delle lavoratrici e dei lavoratori del trattamento economico complessivo dei contratti più rappresentativi, intervento sulle regole della rappresentanza. Siamo alla terza recessione nell’arco di un decennio e nel nostro Paese rispetto agli altri Paesi europei c’è un enorme problema in più: i salari sono restati fermi a trent’anni fa, addirittura in alcuni casi diminuiti. Nel breve periodo, dopo gli aiuti salva-imprese in autunno ci dovremo concentrare su aiuti salva-famiglie. E, insieme agli interventi una tantum, tenere alto lo sguardo sulle scelte strategiche a cominciare da quella di rendere il lavoro più forte, attraverso l’indispensabile aumento dei salari, le politiche attive, la formazione continua, la incentivazione dei contratti a tempo indeterminato e a tempo pieno… Sono del resto le coordinate principali dell’azione politica del Partito democratico e le scelte che compie il ministro del lavoro Orlando”. Così il senatore del Partito democratico Tommaso Nannicini, intervistato da Radio Immagina, la web radio dem.
“Il Pnrr è diventato il Sacro Graal della politica italiana. Giusto rispettare con rigore i tempi stabiliti per i diversi interventi perché è un impegno che abbiamo preso con l’Europa, ma lo sforzo che dobbiamo fare tutti insieme, come Pd lo stiamo facendo, è quello di immaginare in quale Paese, in quale Italia vivremo dal 1 gennaio 2027”. E’ quanto ha detto, intervistato da Radio Immagina, la web radio dem, il senatore del Partito democratico Tommaso Nannicini. “Dobbiamo avere chiara una visione di Paese, e dev’essere chiaro che un Paese più solido e più giusto non si può non fondare su un lavoro più forte, su una qualità del lavoro costruita sull’intreccio con i saperi, sulla creatività. Ecco il 1 gennaio 2027 mi piacerebbe che fosse largamente applicato l’articolo 36 della nostra Costituzione, quello che dice che ‘il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”, ha aggiunto Nannicini.
“Vedo che il Presidente di Confindustria continua a ripetere che le imprese italiane non trovano manodopera perché in Italia c’è il reddito di cittadinanza, ovvero 520 euro al mese. Ad una affermazione così infelice rispondo con una battuta e una considerazione. La battuta è parafrasata da un vecchio spot: ‘dimmi chi è il tuo competitor e ti dirò chi sei…’ La considerazione è che se si sostiene che 520 euro al mese sottraggono forza lavoro è tempo, come sostiene il Pd, di intervenire immediatamente su salario minimo e aumento dei salari per sostenere lavoro fragile e lavoro povero: E’ in questo modo che si costruisce un Paese più equo e più competitivo”, ha aggiunto Nannicini.