di Federico Fornaro e Gianluca Rossi
imu.agricola
Dopo il significativo passo in avanti con l’esenzione totale nei comuni montani e parziale nei comuni parzialmente montani, Il decreto è stato notevolmente migliorato grazie al lavoro in Commissione Finanze e la disponibilità del Governo. Con questo provvedimento i Comuni dove i terreni agricoli sono esentati dal pagamento dell’IMU sono 3.456, la metà dei comuni italiani.
Per quanto riguarda l’IMU 2014 abbiamo fatto tre interventi: il primo è una moratoria di sanzioni e interessi fino al 31 marzo per chi paga in ritardo. Poi è stato stabilito un rimborso per chi avesse pagato ma è tornato ad essere esente con la nuova classificazione ISTAT. Infine c’è un intervento delicato del rapporto tra Stato e comuni: prevediamo che al 30 di settembre 2015 si faccia il punto e si verifichi comune per comune l’accertamento dell’incasso con la stima teorica.
Nel merito del 2015 da quest’anno per quei comuni della cosiddetta ‘collina svantaggiata’ si introduce una detrazione di 200 euro per i terreni posseduti e condotti dai coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. È un segnale di attenzione, sicuramente le attese erano superiori, ma è un segnale importante per l’agricoltura di questi territori marginali. Inoltre siamo riusciti ad ottenere l’esenzione totale per i terreni delle isole minori e per i terreni a immutabile destinazione agro-silvo-pastorale a proprietà collettiva.
Restano dei nodi da sciogliere, come rilevato da Anci e associazioni di categoria, relativi alla collina svantaggiata, alla definizione di comune parzialmente montano, e ai criteri di esenzione. Viene infatti segnalata la necessità di prendere in considerazione, tra i criteri di applicazione del tributo, aspetti connessi alla redditività delle colture tipiche, al rischio idrogeologico, alla dimensione delle aziende agricole e ad altri aspetti tipici delle diverse realtà rurali territoriali.
Poi, in un’ottica veramente federalista sarebbe opportuno poter prevedere che ciascun livello di governo abbia un solo tributo proprio per i Comuni a base immobiliare, per le Regioni a base Irpef, affiancato a compartecipazioni Irpef o Iva. Questo consentirebbe una propria e più agevole forma di autonomia da un lato e di relazione diretta con il cittadino/contribuente dall’altro.
Per tale ragione chiediamo di accelerare il percorso di riforma verso una vera e propria ‘Local Tax’, con scelte di politica economica e di redistribuzione del reddito da operare per mezzo di questo specifico tributo, di cui appare centrale, come per gli immobili, la non più rinviabile revisione delle rendite fondiarie.