di Luigi Zanda
immigrati

Martedì il senato approverà l’abolizione del reato di immigrazione clandestina. Su questo non esiste alcuna mediazione possibile e il Pd non tornerà indietro.

Depenalizzare il reato a illecito amministrativo è doveroso. Prima di tutto umanamente doveroso: gli immigrati non sono delinquenti ma, nella stragrande maggioranza, donne e uomini che fuggono dalla fame, dalle guerre, dalla povertà, da situazioni di disperazione assoluta alla ricerca di un’esistenza dignitosa.

Ma c’è di più, la scelta di depenalizzare il reato di clandestinità è necessaria poiché il suo inasprimento, voluto dalla Lega e dalla destra, è stato sbagliato, non ha portato benefici al Paese e ha contribuito solo ad esasperare il già drammatico problema del sovraffollamento delle carceri.

L’abolizione del reato di clandestinità sarà approvata la prossima settimana nell’ambito della delega al governo sulle pene detentive alternative al carcere, un primo, importante passo verso quella riforma della nostra legislazione penale reclamata da più parti e da molti anni. Fra le molte misure ricordo la reclusione e l’arresto domiciliare che diverranno pene principali, al pari della reclusione in carcere. Questo significa meno ingressi in carcere nell’immediato e soprattutto sul lungo periodo.

La reclusione domiciliare verrà infatti sempre prevista per pene fino a un massimo di tre anni mentre, per quelle tra tre e cinque, sarà il giudice a decidere tra carcere e domiciliari. Per reati di minore gravità, poi, il provvedimento introduce la sospensione del procedimento penale con la ‘messa alla prova’ con un duplice obiettivo: decongestionare le carceri e favorire un reale reinserimento del condannato.
Queste ed altre misure rispondono alla fortissima e sempre più diffusa domanda di giustizia.

Si tratta di leggi giuste che garantiranno la certezza della pena e, insieme, tuteleranno i diritti fondamentali degli esseri umani.