“La Corte dei Conti ieri ha certificato quello che da tempo sosteniamo: lo Stato non fa abbastanza nella lotta all’evasione. Continua ad esserci una parte, prevalente, di contribuenti che con la loro fedeltà allo Stato garantisce il flusso di entrate che derivano dal pagamento dei tributi. Ma continua ad esistere una parte di contribuenti che riesce ad evitare di pagare le tasse, anche quando viene richiamata dallo Stato ai propri doveri. In molti preferiscono non rispondere alle verifiche e vedersi recapitare una iscrizione a ruolo nella speranza poi di vedersela rottamare. Infatti solo al 20 % degli avvisi bonari viene risposto positivamente. La maggioranza dei richiamati preferisce sperare in una prossima scadenza che porti verso la prossima rottamazione. E’ il risultato della ‘pace fiscale’ invocata da Salvini e praticata dal governo Meloni. Invece di aggredire l’evasione la si ‘coccola’ con promesse di condoni e concordati con il risultato concreto, purtroppo, che le entrate fiscali diminuiscono. Il tutto, sempre secondo la Corte, accompagnato da una diminuzione dei controlli e degli accertamenti, diminuiti lo scorso anno del 7,5 % rispetto al 2022. Davvero un bel capolavoro”. Così la senatrice Cristina Tajani capogruppo Pd in commissione Finanze a Palazzo Madama.


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