“Come Pd, in coerenza con il nostro atteggiamento in Commissione, abbiamo espresso un voto di astensione sull’istituzione di una commissione di inchiesta sul sistema bancario. È infatti lecito, se non addirittura doveroso, dubitare che tra le priorità del Paese, in questo momento così critico dal punto di vista geopolitico ed economico, ci sia l’istituzione dell’ennesima commissione parlamentare d’inchiesta. Crediamo infatti che alcuni degli obiettivi, anche condivisibili, di questa commissione si sarebbero potuti perseguire tramite strumenti di lavoro ordinari o indagini conoscitive o tramite l’attività delle autorità di vigilanza. Viene infatti il dubbio che l’insistenza della maggioranza sull’istituzione di una apposita commissione risponda più a logiche di equilibri interni ai partiti di governo che ad una stringente necessità”. Lo dice la senatrice Cristina Tajani, capogruppo del Pd nella Commissione Finanze, che ha parlato in Aula in dichiarazione di voto. “Del resto, ogni volta che la maggioranza ed il Governo hanno approcciato il tema dell’attività e degli equilibri del sistema bancario – prosegue Tajani – si sono mossi come il classico elefante nella cristalleria. Difficile dimenticare la telenovela sugli extraprofitti, che si è conclusa con zero introiti per le casse dello Stato, o le esternazioni sgrammaticate e improprie del vicepremier Salvini su uno dei più importanti operatori nazionali, o il pasticcio della legge Capitali, sul quale la Consob sta cercando di rimediare. Oltre al giudizio di metodo, sono questi precedenti che contribuiscono ad alimentare i nostri dubbi sul ruolo e sull’attività di questa istituenda commissione”.


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