“Il ddl sugli animali che oggi il Senato approva sancisce un cambio di prospettiva importante: altri esseri senzienti diventano soggetti di diritti e quindi di tutela, in coerenza con l’articolo 9 della Costituzione. Ma una volta che abbiamo stabilito un principio così impegnativo, sul quale noi concordiamo, sarebbe necessario essere conseguenti. Il ddl alla Camera ha avuto un lungo iter con molte audizioni, all’esito del quale il gruppo del Pd ha espresso un voto di astensione. L’impegno era di provare a intervenire sugli aspetti più deboli al Senato, cosa che non è avvenuta. La maggiore criticità è che si riduce l’assunzione di responsabilità sugli animali alla definizione di pene in conseguenza di reati, nell’ottica panpenalista cara alla maggioranza, mentre noi avremmo voluto accompagnare il regime sanzionatorio con azioni positive di natura formativa, di accoglienza e di tutela”. Lo ha detto in Aula la senatrice del Pd Cristina Tajani. “Inoltre – ha proseguito Tajani – il governo ha in cantiere provvedimenti che contrastano con i principi sanciti da questo ddl. Penso ad esempio alla riforma della legge sulla caccia 157/92 portata avanti dal ministro Lollobrigida, che desta molte preoccupazioni anche nel mondo dell’associazionismo ambientalista e animalista. La legge approvata oggi non può essere solo un fiocchetto appuntato sul bavero della giacca mentre ci si fa un selfie con il cagnolino, serve un approccio più globale al mondo animale. Questa legge è un passo importante ma non chiude il dibattito sui diritti degli animali”.
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