Gorgio Tonini, la condanna di Denis Verdini per corruzione si trasforma in una valanga di critiche contro Matteo Renzi e la maggioranza pd.
«La lotta alla corruzione è un tema centrale per il Pd e per il governo. In tutte le forze politiche c’è qualcuno che mette in atto comportamenti sbagliati, e per questi casi ci sono la magistratura e la presunzione di innocenza fino a condanna definitiva».
Beppe Grillo dice di Renzi «gliene arrestano uno al giorno»…
«E del suo consigliere comunale di Alessandria accusato di aver rubato 100 euro in palestra dice “dramma personale”».
Verdini è un vostro alleato imprescindibile: non c’è alcun imbarazzo da parte vostra adesso?
«Nel Pd, chi è accusato si  autosospende o viene  sospeso. Ma ovviamente  queste sono regole che  valgono nel nostro partito.  Verdini è un senatore di
un’altra formazione e non ha incarichi di governo.
 L’alleanza resta salda?
«È frutto dell’accordo, stretto davanti a Giorgio Napolitano per appoggiare le riforme, fra Pd, tutto il Pdl di allora e i centristi. Napolitano accettò il suo secondo mandato al Quirinale proprio sulla garanzia che tutti avrebbero appoggiato le riforme».
Poi sono successe tante cose.
«Questa legislatura è segnata da quell’alleanza.Il Pd non ha i numeri e il M5S per tre volte ci ha detto no. L’unico modo per ottenere riforme e stabilità è
l’alleanza con il centrodestra. Dal Pdl sono nati cinque gruppi: come le nuvole di De André vanno, vengono, ogni tanto si fermano».
Nessun timore per la vostra immagine?
«Siamo stati costretti ad alleanze anomale per portare a compimento le riforme necessarie a evitare di doverne stringere in futuro. Per questo al referendum daremo indicazione chiara e forte per il sì».


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