Non ce l`abbiamo con la magistratura, non stiamo affatto tornando all`era berlusconiana». Getta acqua sul
fuoco Giorgio Tonini, senatore Pd e presidente della commissione Bilancio a Palazzo Madama. «Diamo il giusto
contesto alle cose. Qui non ci sono progetti di leggi contro i pm, non abbiamo preso provvedimenti per impedire le indagini, per aggiustare i processi. Anzi, gli ostacoli agli affaristi che aveva tolto di mezzo Berlusconi noi li abbiamo reintrodotti: c`è di nuovo il falso in bilancio, abbiamo inasprito il reato di corruzione, c`è il ruolo nuovo dell`Anac, c`è la legge sui reati ambientali. Questo esecutivo e questa maggioranza lavorano per aiutare la giustizia. Però…».
C`è sempre un però, senatore…
Però non veniamo meno ai nostri obiettivi, che poi sono anche gli obiettivi del sistema-giustizia. Processi più veloci, un`organizzazione più efficiente, meno errori. Su questi punti c`è una responsabilità della politica e c`è anche una responsabilità della magistratura. Lavoriamo insieme.
In realtà dominano toni da scontro durissimo.
C`è un problema, sì. Noi come Pd non ci stiamo ad essere dipinti come una banda di corrotti. Ci ribelliamo perché non è vero. Non sono i magistrati a dipingerci così, ma lo fanno pezzi del sistema mediatico ed M5S
sulla base delle intercettazioni di questi giorni. E lo fanno dimenticando che il ministro Guidi si è dimesso per una telefonata inopportuna senza avere a carico nemmeno un avviso di garanzia. Cosa mai viste, in politica.
Il problema dunque sono le intercettazioni?
Non voglio racchiudere tutto in un solo punto, sarebbe riduttivo. Ma il tema c`è, è innegabile. La vita privata non c`entra niente con le indagini, vedere sui giornali conversazioni personali non attinenti a fatti giudiziari non è gradevole. È un fatto di civiltà.
Quindi lei è favorevole a un bavaglio?
Alt. Nessun bavaglio. Io sono rimasto alla prima proposta che portammo come Pd durante la campagna elettorale di Veltroni, nel 2008: ci deve essere un magistrato responsabile per le intercettazioni non rilevanti
che vanno a finire sui giornali. La magistratura dovrebbe tutelare gelosamente il diritto alla privacy
Il cronista fa e deve fare il suo lavoro: se ha una cosa tra le mani, una notizia, e la ritiene di pubblico interesse, la pubblica.
Diceva però che non si può ridurre tutto alle intercettazioni…
Il premier nelle prossime settimane dovrà spiegare al Paese che non ci si può arrendere a chi spera nel disastro, non si può interrompere il cammino delle riforme e non si può fare crescita economica, ricchezza e lavoro senza industria e senza investimenti. Tutto ciò comporta rischi? Certo. E allora chi sbaglia paga e va in carcere, ma l`opera, l`investimento, deve andare avanti se no il Paese muore. Quello che abbiamo fatto con l`Expo è emblematico di questo esecutivo. M5S e pezzi di borghesia della sinistra pensano si possa crescere senza industria… È la più grande bugia che stanno raccontando.


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