‘Si affronti al più presto la questione del Sahara occidentale posta con la mozione che impegna il governo a utilizzare il suo peso nell’Unione europea e i buoni rapporti con tutti i protagonisti in questione, per favorire la ricerca di una soluzione del conflitto con il Marocco che sia rispettosa del diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi’. E’ quanto affermato dal presidente dell’Intergruppo parlamentare per il popolo saharawi, il senatore del Partito Democratico Stefano Vaccari,nel corso di una conferenza stampa in Sala Nassiriya a Palazzo Madama a cui hanno preso parte Luciano Ardesi, presidente dell’Associazione Nazionale di Solidarietà con il Popolo Sahrawi, Fatima Mahfud, vice-rappresentante del Fronte Polisario in Italia, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, Francesca Doria, osservatrice internazionale ai processi degli attivisti sahrawi per i diritti umani e Sara Di Lello, vicepresidente di Africa 70. ‘L’Italia si è sempre impegnata per la difesa del diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi – ha sottolineato il senatore Vaccari – stabilito da numerose risoluzioni dell’ONU e ribadito da una mozione approvata dalla Camera dei Deputati nella scorsa legislatura, che abbiamo riproposto in Senato e di cui chiediamo al più presto la calendarizzazione in aula’. I relatori hanno per lo più puntato l’attenzione sul rapporto all’Onu in merito al mandato della MINURSO, la missione delle Nazioni Unite dispiegata nel Sahara occidentale per l’organizzazione di un referendum. Fatima Mafud, del Fronte Polisario, ha posto come problema principale proprio la questione del mancato espletamento del referendum per l’autodeterminazione, che fino ad oggi non è stato ottenuto. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, ha invece sottolineato la necessità che l’Onu avvii un’indagine sulla violazione dei diriti umani che, è stato denunciato da vari osservatori, si manifesta soprattutto in due casi: forte incidenza della tortura da parte del Marocco e la sparizione di persone di cui sono stati ritrovati resti in fosse comuni già dal 1976. E proprio in base a quanto denunciato dagli attivisti di Amnesty e di altre organizzazioni l’avvocato Doria, esperta di diritto internazionale, ha rimarcato ‘la necessaria estensione dei poteri della Minurso che vede esposto l’intero popolo saharawi che manifesta ogni mese per ottenerla’ sopratutto a fronte del dato relativo al costo della missione dal 91 ad oggi, un miliardo di dollari, evidenziato da Sara Di Lello di Africa 70. ‘La Minurso è l’unica missione dell’Onu che non possiede il potere di difesa dei diritti umani – ha evidenziato il presidente dell’Associazione nazionale di solidarietà con il popolo saharawi Ardesi – La maggioranza del consiglio dell’Onu è favorevole, solo Francia e Marocco sono contrari adducendo come motivazione che il governo marocchino sia da solo garante dei diritti umani nel Sahara occidentale’. Nel corso della conferenza è stata anche presentata la campagna per l’estensione del mandato della missione e la relativa petizione che sarà consegnata ai membri del Consiglio di Sicurezza e al Segretario generale dell’ONU.

Ne Parlano