‘La Commissione europea dovrebbe varare domani la nuova direttiva sull”Economia circolare’, destinata a cambiare i modelli di produzione e consumo per diminuire il più possibile rifiuti e impatti sull’ambiente, attraverso il riuso, il riciclo, il recupero. Si tratta di un passaggio fondamentale per l’economia e l’ambiente, al quale l’Italia ha dato il suo importante contributo, con una risoluzione approvata dal Senato a luglio, della quale molte indicazioni sono state ampiamente riprese dalla direttiva’. Lo dice il senatore del Pd Stefano Vaccari, Segretario della Commissione Ambiente e relatore della Risoluzione.
‘Ricordo che una prima direttiva in materia di Economia Circolare – prosegue Stefano Vaccari – era stata ritirata ad inizio 2015 per arrivare ad un testo più ambizioso attraverso un maggiore coinvolgimento degli stakeholders, tramite una consultazione pubblica chiusasi ad agosto, e dei Parlamenti degli stati membri. Per l’Italia il Senato si è mosso per tempo e dopo diverse audizioni ha redatto una risoluzione, di cui sono stato relatore, approvata in Commissione il 30 luglio, che ha ricevuto un ottimo apprezzamento in ambito europeo per gli spunti originali, tanto che l’Olanda ne ha citato espressamente il contenuto. Domani la Commissione dovrebbe rendere pubblica la nuova direttiva, che dovrebbe contenere alcune delle indicazioni della risoluzione italiana e in particolare: l’accento sull’importanza dell’ecodesign dei prodotti; la necessità di contrastare anche legalmente pratiche sleali come l’obsolescenza programmata dei prodotti; l’enfasi sulla lotta al trasporto illegale dei rifiuti, con un esplicito richiamo al caso dei veicoli fuori uso; la necessità di puntare sulle bioplastiche e sul contrasto allo spreco alimentare; il rilievo assoluto attribuito alla ricerca e all’innovazione. Rimarrebbe fuori uno dei temi più rilevanti che avevamo suggerito e che non è stato purtroppo toccato: quello dell’introduzione di una nuova fiscalità ambientale, che sposti la tassazione dal lavoro all’inquinamento, premiando l’impronta ambientale dei prodotti, per orientare l’economia verso la circolarità. Ci auguriamo che il lavoro dei nostri parlamentari europei possa integrare il testo con queste parti’.

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