“Il grande ‘non detto’ della norma salva mamme con figli piccoli in Dad, prevista nel decreto Sostegni, in via di approvazione, è che chi sta a casa in smart working possa occuparsi dei figli senza ulteriori sostegni. Infatti, si prevede che i genitori possano usufruire, alternativamente, o del congedo parentale, o dello smart working o del bonus babysitter. Eppure, come ogni madre sa, è impossibile fare smart working avendo cura di bambini molto piccoli e seguendo nel corso della giornata le loro esigenze. In genere, diciamocelo chiaro, i padri si tirano fuori dal gioco. Ha ragione Orlando quando dice che lo smart working non è lavoro di serie B e che va trovata una soluzione strutturale nell’impianto normativo. Siamo consapevoli che la coperta è corta, tuttavia è necessario fare quanto è possibile per estendere il bonus babysitter anche a chi è in smart working, almeno per i genitori di bambini fino a 10 anni, e per prevedere che il congedo parentale sia retribuito più del 50 per cento, per dare alle mamme una scelta vera”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta sul Femminicidio e la violenza di genere.


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