“Il decreto sul tax credit è un punto di non ritorno per il cinema italiano. Verrà espulsa la gran parte delle produzioni con costi culturali e sociali inaccettabili. Sotto l’argomentazione feroce della necessità di una ristrutturazione del mercato, verrà in realtà cancellata tutta l’esperienza del cinema italiano indipendente che è fondamentale e insostituibile per le potenzialità di tutto il settore.” Così il senatore del PD Francesco Verducci della Commissione Cultura di Palazzo Madama, nel suo intervento agli Stati Generali dello Spettacolo promossi da Musica Che Gira, UNITA, Left Wing, in collaborazione con Officina delle Arti illegali Paolo Pasolini, Fondazione Centro Studi Doc, ALI e con il supporto di Legacoop. “Il Governo si fermi e ascolti i soggetti del settore. È gravissimo che il decreto sul riparto dei fondi vincoli il sostegno pubblico alla scelta e al controllo dei contenuti. Il Governo vuole un settore ridotto a una manciata di realtà e per di più costrette a produrre ciò che il Governo vuole. È un attacco senza precedenti all’autonomia, all’indipendenza, alla libertà della cultura, accompagnato da continui attacchi e mistificazioni contro i ‘cinematografari ricchi e parassiti che vivono di assistenzialismo’, quando in realtà questo settore è fatto da migliaia e migliaia di lavoratori, di maestranze che spesso faticano ad andare avanti. Un settore che dà moltissimo all’economia italiana in termini di prodotto interno lordo e posti di lavoro. Le norme del Governo sono esiziali per tutto il settore. È illusorio e sbagliato pensare che i ‘grandi’ potranno salvarsi facendo a meno dei ‘piccoli’. Abbiamo bisogno di continuare a fare opere prime e di permettere a chi vuole fare cinema di continuare a farlo. È l’essenza del nostro modello di cultura, di economia, di democrazia.”
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