“Perché i dirigenti di Fratelli d’Italia hanno aspettato una settimana prima di dissociarsi faticosamente dal ‘razzismo e dall’antisemitismo’ dei loro vezzeggiatissimi dirigenti di Gioventù Nazionale? Come mai è servito così tanto tempo per esprimere un giudizio sui ragazzi ‘stupendi’ di Gioventù nazionale (come Giorgia Meloni li chiama nelle manifestazioni pubbliche)? Sono quegli stessi ragazzi che compaiono sul palco delle manifestazioni accanto a lei e che poi nelle riunioni interne inneggiano al fascismo e al nazismo. Come mai solo dopo una settimana, solo alla seconda puntata dell’inchiesta di Fanpage (nonostante la prima puntata fosse già chiarissima e altrettanto grave) i dirigenti di Fratelli d’Italia, compresa la Presidente del Consiglio, hanno trovato il modo di dire qualcosa su quanto avviene nella struttura giovanile del loro partito? E come mai più che preoccuparsi del neofascismo, del razzismo, dell’antisemitismo all’interno delle proprie fila sono invece molto più preoccupati e furiosi per il fatto che tutto questo sia venuto alla luce? Al punto da scagliarsi (in questo caso fin dal primo istante) contro Fanpage, fino alle minacce e alle intimidazioni di tutti i vertici contro i giornalisti, colpevoli di aver fatto conoscere al mondo la faccia nascosta e indicibile dei giovani seguaci del partito della capo del Governo della Repubblica Italiana, quella stessa Repubblica nata dall’antifascismo. Chi sta dalla parte della Costituzione: i giornalisti di Fanpage o i militanti di Gioventù Nazionale che urlano motti hitleriani?
La risposta è semplice: senza l’inchiesta di Fanpage i vezzeggiatissimi (dai vertici di FdI) dirigenti neofascisti di Gioventù nazionale continuerebbero indisturbati la loro brillante carriera all’ombra di Giorgia Meloni”. Così in un post sui social il senatore del Pd Francesco Verducci.


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