Andrea Delmastro deve dimettersi e avrebbe dovuto farlo anche se fosse stato assolto, perché comunque è stato accertato che non avrebbe dovuto passare quelle carte a Giovanni Donzelli. Walter Verini, senatore Pd, è uno dei parlamentati che si sono costituiti parte civile al processo contro il sottosegretario alla Giustizia condannato per rivelazione di segreto d`ufficio.
«Vogliono scardinare un principio fondamentale – attacca Verini – quello dell`indipendenza della magistratura. Le cose dette dalla Meloni sono gravissime, suonano come una delegittimazione della magistratura e una minaccia ai principi della Costituzione».
Ma non è giusto aspettare la sentenza definitiva per chiedere che lasci?
«Noi le dimissioni di Delmastro le abbiamo chieste da tempo per la sua grave inadeguatezza, per la mancanza di senso dello Stato. La sentenza di oggi è un sigillo penale, ma in questi due anni e mezzo ha più volte dato prova di essere l`uomo sbagliato nel posto sbagliato. I nostri motivi erano politici: Delmastro è quello che disse delle frasi orrende nei confronti di detenuti, “non li facciamo respirare”, ha una visione vendicativa della pena. E quello che ha benedetto il calendario della polizia penitenziaria in cui ci sono solo messaggi marziali, non legati al dialogo col detenuti ma alla punizione, all`uso della forza».
FdI parla di sentenza politica, ricorda che il pm aveva chiesto l`assoluzione. Non è insolita una condanna in questi casi?
«Quindi adesso non ci sono più le procure rosse, adesso ci sono i giudicanti rossi! Questa è un`altra prova di mancanza di senso dello Stato. Le sentenze si rispettano, chi parla di sentenza politica continua
a delegittimare la magistratura. E un disegno molto, molto pericoloso. Invece di rispettare le sentenze si insinua il sospetto che i magistrati lavorino seguendo non le norme, il codice, ma altri criteri… E aggiungo: anche se l`avessero assolto non sarebbe cambiato molto. Ielo, il procuratore, nella richiesta di assoluzione diceva che il reato c`era stato ma che lui non era consapevole. Si diceva comunque che quelle carte non si potevano diffondere. Se un sottosegretario alla Giustizia non conosce il livello di classificazione delle carte, direi: se non ora, quando se ne va? ».
Il ministro Nordio dice di «confidare» in una revisione della sentenza. Non temete che il giudizio venga ribaltato?
«E grave che il Guardasigilli stia a commentare le sentenze, uno che dovrebbe difendere l`autonomia della magistratura. Offre l`ennesima prova di essere profondamente inadeguato. Tra le grandi emergenze ce ne è una che si chiama “via Arenula”. Il ministero con lui è una barca allo sbando mentre i problemi della giustizia sono molto gravi. Dopodiché, è ovvio: il condannato farà appello e tutto quello che ritiene».
FdI rilancia, Bignami dice: «Noi insistiamo, perché sono andati a trovare i mafiosi?»
«Noi andammo a trovare un anarchico, Cospito, perché uscì un appello firmato da Flick, Colombo e tanti altri in cui si diceva che rischiava di morire. Noi andammo a verificare le sue condizioni, non a trovare i mafiosi, ovviamente. Davanti a una cosa limpida hanno usato carte che non dovevano essere usate per colpire l`opposizione. Queste cose non sono offensive, sono ingiuriose. Tra le nostre file ci sono state persone che si chiamavano Piersanti Mattarella e Pio Latorre: nessuno si può permettere di dire certe cose, tanto meno uno che è ricordato solo per la divisa da nazista con cui si con cui si è vestito ad una festa>.