“Dalla prescrizione all’abuso di
ufficio, dai test psicoattitudinali per i magistrati fino agli
attacchi all’autonomia della magistratura, vi è un lungo elenco
di misure che evidenzia come l’assillo di questo governo sembra
essere quello di indebolire l’azione della magistratura e la sua
indipendenza, colpendo il principio costituzionale e civile
della separazione dei poteri. Rendendo quantomeno più difficile
il lavoro della magistratura, soprattutto in relazione al
contrasto di certi reati. E’ un dato politico e questo
provvedimento ne è un esempio”. A dirlo nell’Aula di Palazzo
Madama è Walter Verini, capogruppo del Pd in Commissione
Antimafia, in dichiarazione di voto sul ddl per il sequestro dei
dispositivi informatici.
“Poteva essere l’occasione per un lavoro comune – aggiunge –
invece è stato fatto un pasticcio. Le parole del ministro Nordio
avevano purtroppo fatto presagire il peggio quando aveva
sostenuto che è ‘inaudito che uno smartphone possa essere
sequestrato con la sola firma di un Pm vista la concentrazione
di notizie che possono essere contenute in un cellulare'”.
“Lo smartphone oggi può contenere la vita di una persona e
non si tratta ovviamente di mettere in discussione la
riservatezza dei dati a disposizione del magistrato e la tutela
della privacy dei diretti interessati oltre la fattispecie degli
eventuali reati su cui si sta indagando. Fin dalla scorsa
legislatura e anche in questa, noi del PD avevamo sostenuto
l’esigenza di contemperare il rispetto dei diritti con
l’interesse generale di rispetto della legalità e della
sicurezza dei cittadini. Qui, invece – osserva – anziché cercare
di colpire gli errori, i casi colposi o peggio dolosi di
divulgazione indebita di dati, come doveroso, si cerca di
colpire la Magistratura”. “Il rischio reale – prosegue Verini –
è quello di rendere le indagini più difficili. Allungare i tempi
prevedendo la doppia procedura di sequestro degli smartphone e
dei sistemi informatici e una sorta di udienza stralcio, rischia
di fare disperdere, in particolare, il materiale archiviato in
cloud. Con un doppio svantaggio: non tutelare affatto i diretti
interessati e creare difficoltà ulteriori agli investigatori”.
“Inoltre, si aumenterebbero le difficoltà degli uffici del GIP,
in quanto si scaricherebbe lì l’onere di controllo sulle
acquisizioni dei tabulati. Senza contare poi che aggraverebbe il
contesto la previsione di un collegio di giudici – di là da
venire – per decidere le eventuali misure cautelari. Il Pd
quindi – spiega il senatore – si asterrà e lo farà perché siamo
fiduciosi che un provvedimento così delicato possa e debba
essere ancora migliorato nelle successive letture, migliorato
nell’interesse dei cittadini e del nostro Paese”.