“Dalla prescrizione all’abuso di ufficio, dai test psicoattitudinali per i magistrati fino agli attacchi all’autonomia della magistratura vi è un lungo elenco di misure che evidenzia come l’assillo di questo governo sembra essere quello di indebolire l’azione della magistratura e la sua indipendenza, colpendo il principio costituzionale e civile della separazione dei poteri. Rendendo quantomeno più difficile il lavoro della magistratura, soprattutto in relazione al contrasto di certi reati. E’ un dato politico e questo provvedimento ne è un esempio. Poteva essere l’occasione per un lavoro comune, invece è stato fatto un pasticcio. Le parole del ministro Nordio avevano purtroppo fatto presagire il peggio quando aveva sostenuto che è ‘inaudito che uno smartphone possa essere sequestrato con la sola firma di un pubblico ministero vista la concentrazione di notizie che possono essere contenute in un cellulare’. Lo smartphone oggi può contenere la vita di una persona e non si tratta ovviamente di mettere in discussione la riservatezza dei dati a disposizione del magistrato e la tutela della privacy dei diretti interessati oltre la fattispecie degli eventuali reati su cui si sta indagando. Fin dalla scorsa legislatura e anche in questa, noi del PD avevamo sostenuto l’esigenza di contemperare il rispetto dei diritti con l’interesse generale di rispetto della legalità e della sicurezza dei cittadini. Qui, invece, anziché cercare di colpire gli errori, i casi colposi o peggio dolosi di divulgazione indebita di dati, come doveroso, si cerca di colpire la Magistratura. Il rischio reale è quello di rendere le indagini più difficili. Allungare i tempi prevedendo la doppia procedura di sequestro degli smartphone e dei sistemi informatici e una sorta di udienza stralcio, rischia di fare disperdere, in particolare, il materiale archiviato in cloud. Con un doppio svantaggio: non tutelare affatto i diretti interessati e creare difficoltà ulteriori agli investigatori. Inoltre, si aumenterebbero le difficoltà degli uffici del GIP, in quanto si scaricherebbe lì l’onere di controllo sulle acquisizioni dei tabulati. Senza contare poi che aggraverebbe il contesto la previsione di un collegio di giudici – di là da venire – per decidere le eventuali misure cautelari. Il Pd quindi si asterrà e lo farà perché siamo fiduciosi che un provvedimento così delicato possa e debba essere ancora migliorato nelle successive letture, migliorato nell’interesse dei cittadini e del nostro Paese”. Così il senatore Walter Verini, capogruppo Pd in commissione Antimafia, in dichiarazione di voto sul ddl sul sequestro dei dispositivi informatici.


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