Il senatore del Pd Walter VERINI ha ribadito la sua contrarietà a
un terzo mandato per i presidenti di Regione.
Lo ha fatto a Orvieto in occasione dell’assemblea di Libertà eguale.
“Gestire miliardi di spesa per un tempo troppo lungo concentra
troppo potere. Due mandati sono più che sufficienti”, ha detto VERINI.
Parlando delle prospettive del centrosinistra, VERINI ha poi
ricordato di avere avuto “la fortuna di vivere la stagione che è un po’ l’incubatrice del
Pd, quella dell’Ulivo di Prodi e Veltroni nel 95-96. Quella fu
una cosa che nacque dal basso, ci furono i comitati per
‘L’Italia che vogliamo’, due o tre anni prima c’erano stati i
referendum promossi da Mario Segni, l’esperienza di alleanza
democratica, c’era tutto un fermento dal basso e la leadership
di Romano Prodi, a cui si affianco’ anche quella di Veltroni,
con i due pullman e il primo governo dell’Ulivo. Quello e’ il
metodo: partire dal basso – rileva il senatore dem – aprire al
Paese tante forze che ci sono, fare dei programmi, programmi
condivisi, perche’ se no, se tu fai le alleanze ma non sei
d’accordo prima su cose fondamentali, poi puoi anche vincere le
elezioni, ma il giorno dopo non governi”. “Piu’ che opposizione
e basta, una alternativa, quindi mentre fai l’opposizione
presenti i tuoi programmi alternativi, e tue idee, questo
secondo me e’ il cammino da compiere per rendere -prosegue – in
un tempo in cui poi l’Europa si sta frantumando e soprattutto
sotto i colpi di Trump, sotto i colpi di Musk, sotto i colpi di
Putin, questo e’ il bisogno in cui una sinistra, anche in
Italia, riprenda, oltre a quello che dicevo, un grande tema,
l’Europa, e poi il tema della sicurezza assieme ai temi della
fragilita’ sociale e dello sviluppo. Questa e’ la carta, e’
difficile si’, perche’ la sinistra e’ in crisi in tutto il
mondo, pero’ noi dobbiamo fare quello che possiamo fare in
questo senso”.
Per VERINI, “quello che manca al centrosinistra e’ l’essere
credibile come alternativa, perche’ non basta essere
opposizione, bisogna essere alternativa e naturalmente questa
alternativa non puo’ che avere come spinta un perno che e’ il
Pd”. “Io do un giudizio molto positivo sul riposizionamento, il
recupero di rapporti con fasce sociali che la Schlein – rileva
ancora il parlamentare dem – ha riportato nel Pd e per il Pd, ma
proprio perche’ abbiamo recuperato rapporti positivi con fasce
sociali piu’ fragili, piu’ deboli, e’ questo il momento per
allargare. Noi dobbiamo parlare alle imprese, oltre che ai
lavoratori dipendenti, ai lavoratori precari, oltre che alle
fasce di poverta’, a quelle che non si curano perche’ il diritto
alla salute non e’ garantito, dobbiamo parlare alle imprese,
dobbiamo parlare al mondo dell’innovazione, se fossimo in uno
stadio direi dobbiamo parlare a tutto lo stadio, non solo alle
curve”. “Con una visione maggioritaria, il che non vuol dire
autosufficiente, il Pd – conclude – potrebbe molto aprirsi e
allargarsi, come ispirazione tornare all’idea originaria, quella
di parlare al Paese e magari raggiungere il 30%. Cosi’, allora
sara’ piu’ facile anche attrarre e fare le necessarie alleanze”.