Senatrice Sandra Zampa, capogruppo Pd in commissione Affari sociali, secondo la premier Giorgia Meloni è “miope” parlare solo di risorse alla sanità, ma serve una riflessione “anche su come le risorse vengono spese”.
“A Giorgia Meloni rispondo che se non ci saranno le risorse in Finanziaria, non ci sarà alcuna discussione sulla riforma perché il servizio sanitario sarà collassato”.

Addirittura?
“Siamo in una posizione limite: se si rompe il Sistema sanitario nazionale, non lo ricostruiamo più. Io credo che gli italiani lo debbano sapere. Per dirla con una frase di Romano Prodi, ‘quando il dentifricio esce dal tubetto, non ce lo rimettiamo più’”.

Meloni dice di essere aperta ad un tavolo di confronto sulla sanità.
“Bene, allora vengano a spiegare perché hanno smantellato la sanità del territorio finanziata dal ministro Speranza con il Pnrr. Perché hanno deciso che le case e gli ospedali di comunità non si realizzeranno, e come verranno sostituiti. A che punto è la telemedicina? La tele assistenza? Io ho perso il filo… mai un confronto con il ministro”.
Lei ha chiesto che il ministro Schillaci riferisca in Parlamento.
“All’inizio dei lavori ho sentito il presidente di commissione Affari sociali (Francesco Zaffini, FdI, ndr) sottolineare che noi avremmo avuto ‘spessissimo’ il ministro. Schillaci invece si è limitato a presentare il piano di lavoro di inizio legislatura, a replicare ai nostri interventi, poi non si è più visto. C’è una caterva di interrogazioni a cui non ha dato alcuna risposta. Così non c’è un confronto, ma – aggiungo – neanche uno scambio con la propria maggioranza”.

Sostiene che Schillaci non ha dialogo con il resto del governo?
“A me sembra isolato anche dai suoi”.

Il ministro replica che chiederà di stanziare 4 miliardi di risorse aggiuntive in legge di bilancio. Non crede che ce la farà?
“Io temo che in realtà la loro intenzione sia di smantellare il Sistema sanitario nazionale e nella forma più sleale che esiste: non farlo funzionare un po’ alla volta per esasperare e stancare la gente. Generando una lenta erosione della fiducia tra cittadini e medici. Mentre intanto si sta creando un mercato potentissimo per il privato. Ma l’assistenza integrativa non è nata per sostituire il Ssn e il privato non sceglie mai gli interventi che costano molto e rendono poco. Ce lo ha dimostrato il covid”.

La sua segretaria Schlein ha dichiarato che Meloni “anziché ravvedersi sui tagli previsti per la sanità continua a prendere in giro le persone, comprese quelle che l’hanno eletta”. Che la premier “sta smontando il diritto alla salute”.
“È così. Alla fine ci stiamo interrogando su come va rispettato il dettato costituzionale. I Livelli essenziali di assistenza non sono già rispettati in alcune Regioni, vogliamo far diventare di serie C quei cittadini già di serie B? Già oggi le aspettative di vita tra bambini sono differenti tra chi nasce in Calabria o in Veneto”.

Tornando ai tagli. Un istituto di ricerca come il Gimbe certifica che la sanità pubblica scivola verso il baratro.
“Certifica che i nostri timori sono più che fondati. Noi continuiamo a resistere solo grazie allo sforzo dei nostri medici e degli infermieri. Ma non possiamo continuare a sfruttarli come cavalli da soma. Si sta avvicinando il momento in cui la corda si sta per spezzare. Non c’è un direttore generale di un ospedale che non lo pensi. A me ha colpito molto cosa raccontò un medico di un Pronto soccorso a una Festa dell’Unità a Pisa: che un suo collega li lasciava perché andava a lavorare a gettone in una cooperativa e lavorando 10 giorni al mese prendeva lo stesso stipendio, senza fare i turni quando non voleva lui. Non possiamo chiedere a tutti i medici di essere sempre eroi”.


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