“Il decreto legislativo emanato dal governo in attuazione dell’attesa legge 33/2023 sulle ‘politiche per le persone anziane’ è purtroppo una scatola vuota: lacunoso, generico, frammentato, prevede altri 17 decreti attuativi. E’ senza risorse, né prevede quei servizi innovativi che servirebbero in Italia, il paese dell’Ue con il più alto numero di persone anziane, destinato a divenire nei prossimi anni terzo nella graduatoria mondiale, dopo Giappone e Spagna. Siamo insomma di fronte a un altro provvedimento propaganda del governo che tradisce invece che attuare la visione strategica contenuta nella legge sulla terza età varata dal governo Draghi. E’ per questo che come Pd nella commissione Affari sociali abbiamo votato contro il parere di maggioranza ed elaborato un parere di minoranza molto critico”. Lo dice la senatrice Sandra Zampa, capogruppo del Pd nella Commissione Affari sociali, lavoro, sanità, che sottolinea come sia “grave che il governo non abbia recepito neppure le osservazioni critiche delle Regioni governate dal centrodestra, stante il parere contrario della Conferenza unificata”.
“Il decreto legislativo che doveva servire ad attuare la legge sulla terza età – spiega Zampa – è in realtà a sua volta una sorta di legge delega e quindi è tutta propaganda. E’ una riforma a costo zero: non sono previste nuove risorse, a fronte del fatto che la media della spesa Ue pro capite per i non autosufficienti è di 584 euro, in Italia di 270 euro. La prestazione universale in favore degli anziani, che era stata introdotta dalla legge e che questo decreto avrebbe dovuto attuare, viene stravolta e dedicata a una platea ristrettissima: ultra 80enni con gravi problemi di salute e con un Isee inferiore ai 6000 euro l’anno, ai quali comunque non viene offerta una cifra adeguata a pagare un aiuto h24. In più, nel decreto non c’è traccia della riforma dell’assistenza domiciliare, vero fiore all’occhiello della legge delega a cui bisognava dare gambe grazie anche all’infermiere e ai medici di comunità, e non c’è nulla sulle Rsa, strutture indispensabili ma che hanno evidenziato debolezze e carenze da affrontare. Cosa molto grave: non si prevede il collegamento, nell’assistenza agli anziani, tra i servizi sociali, quelli delle Asl e quelli dei Comuni, con la conseguenza che grazie al Pnrr 800 mila persone in più saranno assistite a casa, ma nell’attuale e carente situazione, senza peraltro prevedere che vengano coinvolti in modo obbligatorio i caregiver nei piani di assistenza individuale”.


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