«L’accordo nel Pd è un punto di equilibrio molto serio, che ha rimesso le cose a posto e terrà anche nei voti segreti’, ‘a meno che qualcuno non lo utilizzi per manovre politiche di parte’. Lo afferma il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda in un’intervista rilasciata a l’Unità. ‘In questa discussione – spiega – l’atteggiamento sia di alcuni politici sia dei media ha determinato una vistosissima sproporzione tra l’attenzione alla composizione dell’assemblea e le sue funzioni. L’accordo raggiunto nella fase finale, per fortuna, ha messo le cose a posto trovando un punto di equilibrio molto serio». Per Zanda l’accordo terrà ‘certamente’ anche nel voto segreto. ‘a meno che qualcuno non lo utilizzi per manovre politiche di parte. Quanto all’elettività, il quinto comma dell’articolo 2 era l’unico su cui si poteva intervenire, perché era l’unico modifi cabile».
Nell’intervista a l’Unità Zanda spiega inoltre che «Non c’è un allargamento strutturale della maggioranza. Possono esserci maggioranze più larghe sulle riforme, su alcune leggi di sistema e altri provvedimenti di interesse ampio».
Zanda spiega quindi che un risultato buono del dibattito parlamentare sulle riforme ‘possa dare prospettive positive all’Italia per tre ragioni. La prima è politica: il Pd arriverà al voto unito dopo una lunga e approfondita discussione e la riforma sarà votata da una maggioranza più ampia di quella che sorregge il governo. Mi riferisco al fatto che nel mondo del centrodestra, in movimento tra spaccature e vistose tensioni interne, ci sono parti che guardano con interesse alle riforme’. E aggiunge: ‘Il secondo motivo per cui auspico il varo della riforma è strategico: il voto del 13 ottobre confermerà – e io credo che lo farà – che l’Italia attraversa una fase positiva, di crescita economica. Sa rispettare gli impegni internazionali e sa fare riforme anche difficili e delicate. Il terzo motivo per cui giudico buona questa riforma riguarda proprio i contenuti: non solo la fine del bicameralismo perfetto, ma anche le funzioni di approvazione delle leggi elettorali e costituzionali in comune con la Camera dei Deputati. E poi le funzioni di valutazione delle politiche pubbliche e dell’impatto delle politiche europee sui territori».
Nell’intervista a l’Unità Zanda spiega inoltre che «Non c’è un allargamento strutturale della maggioranza. Possono esserci maggioranze più larghe sulle riforme, su alcune leggi di sistema e altri provvedimenti di interesse ampio».
Zanda spiega quindi che un risultato buono del dibattito parlamentare sulle riforme ‘possa dare prospettive positive all’Italia per tre ragioni. La prima è politica: il Pd arriverà al voto unito dopo una lunga e approfondita discussione e la riforma sarà votata da una maggioranza più ampia di quella che sorregge il governo. Mi riferisco al fatto che nel mondo del centrodestra, in movimento tra spaccature e vistose tensioni interne, ci sono parti che guardano con interesse alle riforme’. E aggiunge: ‘Il secondo motivo per cui auspico il varo della riforma è strategico: il voto del 13 ottobre confermerà – e io credo che lo farà – che l’Italia attraversa una fase positiva, di crescita economica. Sa rispettare gli impegni internazionali e sa fare riforme anche difficili e delicate. Il terzo motivo per cui giudico buona questa riforma riguarda proprio i contenuti: non solo la fine del bicameralismo perfetto, ma anche le funzioni di approvazione delle leggi elettorali e costituzionali in comune con la Camera dei Deputati. E poi le funzioni di valutazione delle politiche pubbliche e dell’impatto delle politiche europee sui territori».