Dibattito gruppo Pd porterà a posizione unitaria
‘Le difficoltà e le contraddizioni interne a molti dei gruppi presenti in Senato spingono le senatrici e i senatori del Pd a un supplemento di responsabilità in termini politici e parlamentari. Pertanto l’obiettivo del gruppo del Pd al Senato deve essere da una parte tenere ferma la data del 25 maggio come scadenza ultima di approvazione in prima lettura della riforma del Senato, dall’altra portare tutti i senatori del gruppo uniti all’approvazione della riforma. In sintesi rispetto dei tempi e unità. Abbiamo tenuto già tre assemblee, oggi la quarta, continueremo il nostro dibattito interno nel modo più approfondito possibile. Però presto, molto presto, dobbiamo arrivare a una posizione unitaria’. Così il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Luigi Zanda interviene introducendo i lavori dell’assemblea delle senatrici e dei senatori democratici. Zanda ricorda che alla data del 25 maggio ‘manca pochissimo’ e di ‘aver già sollecitato il governo affinchè depositi al più presto il Ddl costituzionale’. Quindi spiega: ‘Sarà bene impostare il lavoro dei senatori immaginando un’attività parlamentare emendativa e migliorativa sul testo del governo, con proposte che si muovano all’interno dei ‘paletti’ che la Direzione del Pd ha approvato. Il Senato non sarà più eletto direttamente dai cittadini, non dara’ la fiducia al governo né approverà le leggi di bilancio e, invine, i senatori non riceveranno emolumenti’. Zanda ha quindi illustrato all’assemblea le sue proposte di modifica, ‘gli emendamenti – ha detto – sui quali sto lavorando’. ‘Poiché modificheremo la Costituzione e il potere legislativo è necessario prevedere un referendum confermativo; serve poi una migliore distribuzione dei nuovi senatori e bisogna renderla più proporzionale con le dimensioni delle Regioni di appartenenza. Per quel che riguarda le funzioni, bisognerà riflettere se consentire al Senato di partecipare all’elaborazione e all’approvazione delle leggi elettorali’. Zanda spiega quindi che vorrebbe anche proporre ‘un miglior coordinamento tra le modifiche della Costituzione e quelle ai regolamenti parlamentari, nonché riprendere l’idea di affidare alla Corte Costituzionale le attuali competenze della Giunta delle elezioni e, quindi, l’intero trattamento delle immunità parlamentari’.

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