“Oggi l’Italia opera in 59 missioni, cercando di contribuire a garantire pace e stabilità in paese dove frequentemente non ci sono né democrazia, né stato di diritto né rispetto per i diritti umani. Ed è su queste missioni che noi dobbiamo interrogarci. Quale è la soglia oltre la quale l’Italia deve sentire il dovere di andarsene e lasciare quei paesi al loro destino? Oppure se decide di restare, che tipo di assistenza può essere data senza venir meno ai doveri imposti dalla nostra democrazia? Davanti a tante conclamate atrocità, l’Italia per moralità politica dovrebbe interrompere il suo lavoro di addestramento della guardia costiera libica, ma siamo certi che così facendo non si spezzerebbe quel tenue filo che ancora collega quel paese alla democrazia italiana? Siamo certi che non si aggraverebbero irrimediabilmente le condizioni di chi oggi in Libia vive in balia della violenza? Io questa certezza non ce l’ho e davanti a questo dilemma penso che dobbiamo apprezzare la decisione che vengono assunte dalle risoluzioni del Senato che impegnano l’Italia a coinvolgere l’Europa nell’addestramento a partire dal prossimo anno della guardia costiera libica, cosi superando la dimensione nazionale della nostra missione. Serve, in generale, un europeismo di vista più lunga. Sono necessarie una vera difesa europea, una difesa che abbia dietro una politica estera comune e una forza armata europea”. Lo ha detto il senatore del Pd Luigi Zanda, intervenendo in aula a Palazzo Madama sul proseguimento delle missioni internazionali che vedono impegnata l’Italia.

 


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