“Vedo la questione dal punto di vista di un parlamentare che ha sempre dovuto fare i conti con le coalizioni, perché l’Italia, dal dopoguerra a oggi, è sempre stata governata da coalizioni. Come in Europa, e ora perfino in Gran Bretagna. E così sarà anche nella prossima legislatura». Così Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato, in un’intervista rilasciata a Repubblica.«Più che stabilire se le coalizioni si debbano fare prima o dopo il voto – continua – è importate che tutti abbiano chiaro che nel prossimo futuro, senza una legge elettorale a doppio turno, nessun partito avrà da solo il 52%. Pertanto le alleanze future, se non vogliamo avere sorprese, dobbiamo cominciare a pensarle e a prepararle fin da ora. La legge elettorale è molto importante, ma lo sono molto di più i rapporti tra le forze politiche».
«Il passaggio dal bipolarismo al tripolarismo ha penalizzato tutti i partiti, le divisioni del centrodestra sono molto profonde e serie, così com’è pressoché totale l’isolamento di M5S. Il Pd è penalizzato da questa situazione e dal fortissimo aumento dell’astensione. Ecco perché diventa fondamentale il rapporto tra le forze politiche, non solo per noi ma anche per gli altri».
E su Renzi afferma: «L’idiosincrasia di Renzi per i caminetti risale al momento in cui ha cominciato a far politica, …non li sopporta perché sono il simbolo di una vecchia politica. Ma lui conosce bene il valore dei rapporti politici. Ha governato per tre anni con una coalizione ed è segretario di un partito che sorregge un governo di coalizione. La politica senza rapporti non si può fare. Per quanto mi riguarda mi definirei moroteo, quindi per me i rapporti politici sono essenziali». Quindi aggiunge: « Come prevede il presidente Mattarella, le elezioni ci saranno tra otto o nove mesi, c’è tempo. Il tema politico ruota anche intorno alle ragioni che hanno indotto Prodi a muoversi. Lui ha capito quanto sia serio per l’Italia il rischio di un’affermazione delle forze anti-sistema o della destra anti-europea. Per questo ha deciso di dare una mano al centrosinistra. E dobbiamo essergliene molto grati. Ma è chiaro che la scissione del Pd ha complicato molto le cose. E ha aumentato la necessità quotidiana di confrontare le posizioni ».
Per Zanda non possono esistere paragoni col passato: “Il Pd ora deve fare i conti con un Italia nuova, più difficile da interpretare, con un elettorato molto mobile e un’astensione al 50% a fronte dell’80% di allora. I paragoni col passato vanno fatti con molta prudenza». e su Pisapia e le affermazioni fatte sul Pd, dice: «Pisapia ha vinto perché sostenuto dal Pd e il Pd ha vinto a Milano perché c’era Pisapia. Lo stesso schema vale per Sala».