“Valerio Zanone è stato un liberale, ha vissuto da liberale, ha scritto da liberale ed è rimasto liberale per tutta la vita. Negli ultimi anni della sua attività parlamentare ha trovato nel centro sinistra italiano una coerenza con le sue idee. Per Valerio questo passo non è stato certo facile, e ne parlava spesso. A me è sempre sembrata una decisione naturale di fronte al fallimento di quella rivoluzione liberale che era stata così fortemente promessa e altrettanto evidentemente non realizzata. Valerio Zanone ha sempre scelto tenendo fermi i suoi grandi principi, che altro non erano che i principi fondanti di tutte le democrazie: la separazione dei poteri, lo stato di diritto e la libera concorrenza.Ha sempre cercato di stare in uno schieramento politico dove gli fosse possibile ritrovare questi suoi valori”. Così il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ricorda nell’aula del Senato Valerio Zanone.

Zanda ricorda che Valerio Zanone “aveva compreso che per noi europei l’apporto più serio e più consistente alla pace non poteva che venire da una visione alta e illuminata della costruzione dell”Europa”. Era sua profonda convinzione che “la pace dovesse necessariamente passare dalla crescita dell’Europa, dai processi di cooperazione economica e sociale, dalla creazione di una comunità europea di difesa, dalla riduzione degli strumenti di guerra e da una autentica politica di disarmo. Sino al conseguimento dell’obiettivo più alto: l’unità politica dell’Europa”. “In tempi come i nostri nei quali sembra che la ferocia del terrorismo internazionale non abbia limiti (penso anche alla strage di stamattina a Istanbul) e nei quali nella lontana Corea del nord si ripetono nuovi esperimenti di armi nucleari, l’insegnamento di Zanone deve ancora orientare la politica in direzione della pace e della sicurezza”. Zanda ricorda quindi che Zanone “ha indicato l’11 settembre 2001 come l’inizio della quarta guerra mondiale. Quarta dopo la prima e la seconda e dopo la guerra fredda che è stata pur sempre una guerra. Ancora una volta Valerio aveva visto giusto.(…) Registriamo quotidianamente i segni di una violenza sanguinaria che, purtroppo, sta marchiando col sangue l’inizio di questo nostro terzo millennio. In fondo, parlando di quarta guerra mondiale, Zanone anticipava le parole più esplicite di Papa Francesco sulla nuova guerra mondiale a pezzi. È in questo quadro che Valerio Zanone ricordava come per prevenire la guerra il metodo più efficace che sia mai stato sperimentato si chiama democrazia. E infatti, ha scritto, nella storia contemporanea non si conoscono casi di guerra tra due democrazie liberali. Valerio Zanone conosceva tutti i punti deboli della tesi di chi ha voluto esportare la democrazia con le armi. Ma sapeva anche ‘che vi è una connessione di fatto tra la mancanza di libertà e il pericolo di guerra’.

 


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