Luigi Zanda aveva avvertito l’Aula poco prima del voto sulla “tagliola” proposta dal centrodestra: “Se il non passaggio agli articoli sarà bocciato il ddl potrà proseguire il suo iter, ma viceversa verrebbe definitivamente archiviato e non vedrà mai la luce”. Delle due ipotesi ventilate da Luigi Zan, alla fine è stata la seconda a prevalere. Ora il senatore del Pd esclude che la legge contro l’omotransfobia possa riprendere il suo percorso: troppi i passaggi tecnici e troppe le resistenze dei partiti che remano contro.
Il voto di ieri è una pietra tombale sul ddl Zan?
“Io penso che non abbia più alcuna possibilità di essere approvato in questa legislatura. Questo perché per i prossimi sei mesi non potrà tornare al Senato e, in tal caso, dovrà comunque essere esaminato, modificato e rimandato in Aula, per poi tornare alla Camera per l’approvazione definitiva. Non c’è il tempo per una procedura del genere”.
Secondo lei chi ha fatto mancare i voti contro la “tagliola”?
“Direi che con il voto segreto è impossibile identificare i franchi tiratori”.
Ma si sarà fatto un’idea, no?
“Naturalmente come tutti quanti ho i miei sospetti. Sospetti che però non possono autorizzarci a fare insinuazioni nei confronti di qualcuno. Purtroppo le norme sul voto segreto negli ultimi anni hanno cambiato la loro natura: sono nate per assicurare una protezione alla libertà personale dei parlamentari, ma con il passare del tempo sono diventate un’altra cosa”.
Cosa?
“Uno strumento di manovra politica, usato per far cadere governi o per affossare leggi importanti, se non addirittura per segare candidati al Quirinale”.
Secondo lei quanto ha pesato il voto segreto?
“Direi che è stato decisivo”.
Lei in Aula ha contestato la presidente Casellati quando ha deciso di procedere con il voto segreto. Perché?
“Il regolamento del Senato ammette il voto segreto per delle fattispecie ben definite e non per fermare nel bel mezzo del dibattito un intero provvedimento che al suo interno contiene sia norme che consentono il voto segreto sia norme che invece non lo consentono”.
È stata una forzatura dunque?
“Non userei il termine forzatura. Semplicemente non condivido la decisione della presidente Casellati”.
Perché alla Camera il ddl Zan è passato senza problemi mentre al Senato si è arenato?
“Il bicameralismo perfetto non aiuta. Le leggi importanti dovrebbero essere prima concordate tra Camera e Senato. Italia Viva, ad esempio, a Montecitorio ha approvato la legge senza problemi, mentre al Senato ha avanzato moltissime perplessità”.
E perché lo ha fatto?
“È il bicameralismo: ci sono due Camere che votano alla stesso modo, ma che contemporaneamente possono avere due opinioni diverse sulla stesso argomento”.
È il caso di Italia Viva..
“Sì, ma si tratta di un derivato di una nostra lacuna istituzionale. In più aggiungerei che spesso si manifesta una profonda spaccatura tra chi è disposto a sacrificare sé e il proprio partito per perseguire gli interessi generali e chi, al contrario, fa prevalere l’egoismo politico e calibra ogni decisione su un tornaconto elettorale”.
Si riferisce a qualcuno in particolare ?
“No, faccio questa osservazione perché mi immagino quali saranno le reazioni della politica europea davanti a ciò che è successo al Senato. In tutta Europa ci sono leggi contro l’odio rivolto verso minoranze fragili. Noi rimarremo senza”.
C’è chi sostiene che Italia Viva stia giocando di sponda con il centrodestra in vista dell’elezione del successore di Sergio Mattarella. Lei ci crede?
“Francamente no, non ci credo. Penso che fare calcoli oggi rispetto ad un voto che avrà luogo a fine gennaio sia sbagliato, miope, inopportuno e destinato all’insuccesso”.