‘La ricostruzione dello Stato, la riaffermazione della separazione dei poteri e dello stato di diritto, sono la base della nostra democrazia, sono le premesse del nostro stare insieme. Negandole anche solo con le parole, si negano la stesa Nazione e la stessa Patria. Ma, in questa fase della sua tribolata storia, sono anche il campo dove l’Italia mette in gioco il suo futuro. Sono la condizione per uscire dalla crisi e riprendere la strada dello sviluppo sociale ed economico’. Lo ha detto il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda intervenendo, in dichiarazione di voto, sulla decadenza del senatore Berlusconi. E ha poi continuato: ‘La crisi italiana è più grave e più difficile che nel resto di quell’Europa dove noi vogliamo restare a testa alta, con la rispettabilità di Paese fondatore. La natura del nostro declino non è soltanto economica e finanziaria, ma prima ancora conseguenza diretta del forte indebolimento dello Stato e della pericolosa fragilità della legalità e di quei valori civili che legano tra loro la società e la Nazione’.
‘Siamo in un passaggio storico drammatico, che può compromettere il futuro dell’Italia per i prossimi decenni. Come potremmo farcela senza una profonda riforma culturale e morale, senza tenere la barra dritta sui grandi ‘codici’ etici e civili della nostra civiltà, senza una fedeltà quotidiana ai principi della legalità repubblicana? In una democrazia, il primo luogo dove lo stato di diritto e la separazione dei poteri debbono essere affermati e difesi, è il Parlamento. È questo il punto di partenza, il dovere sacro, mi verrebbe da dire, da cui tra breve ciascun senatore dovrà muoversi per esprimere il proprio voto. Perché – conclude il presidente dei senatori del Pd – nonostante la forza di settanta anni di Repubblica, il nostro Paese non potrà dirsi compiutamente democratico se la legge non sarà veramente uguale per tutti’.

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