Usa crescono grazie a politiche espansive, Europa stagna per austerità
‘Negli Stati Uniti la disoccupazione è scesa al 5.9%. Sono livelli di fisiologici, vicinissimi al pieno impiego. Il nostro primo obiettivo, tutto quel che facciamo deve essere indirizzato a questa priorità: la piena occupazione’. Così il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda sul voto favorevole del suo Gruppo alla delega lavoro che poi ricorda: ‘Il 5.9% americano è meno della metà della disoccupazione media in Europa, è quasi dieci volte meno della disoccupazione giovanile nel nostro mezzogiorno. Ci sono ragioni di politica economica e di assetto istituzionale che spiegano questo vistoso squilibrio. La scelta di politica economica dell’Europa è stata l’austerità. Gli Stati Uniti hanno voluto una politica fiscale espansiva e una politica monetaria aggressiva. Hanno promosso interventi forti della loro Banca Centrale ed hanno usato massicciamente la spesa pubblica. Così, a fine 2013, sei anni dall’inizio della crisi, l’economia americana è ripartita con vigore, quella Europea è tuttora in piena stagnazione’. ‘C’è anche una ragione storica, che riguarda il diverso assetto istituzionale americano, che può spiegare il vistoso differenziale con l’Europa. Gli Stati Uniti sono una grande Confederazione, sono una sola nazione, hanno un solo Presidente. L’Europa sono ventotto Stati indipendenti, senza unità politica, senza una comune vera politica estera, militare, fiscale, di giustizia, senza una Banca centrale di ultima istanza. Ed è proprio questa assenza di unità a impedirci di uscire dalla crisi secondo le potenzialità del nostro continente. È la disunione a collocarci ai margini del grande gioco della politica e dell’economia mondiali. Pensando al futuro dell’Europa ci sono due punti da tener da conto. L’Europa unita non si farà mai se gli Stati membri non avranno bilanci in ordine. Ma non si farà nemmeno a rimorchio di una miope politica neobismarkiana’.

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