E riforma dello Stato è spending review
‘Per l’Italia la spending review non può avere un senso solo difensivo, meramente contabile. Dobbiamo saperle dare un valore positivo, costruttivo, dobbiamo aver chiaro che tagliare gli sprechi e semplificare la macchina pubblica, è anche una grande occasione per riformare lo Stato, renderne più efficace l’azione e restituirgli autorevolezza e dignità’. Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama dopo l’informativa del Presidente Renzi.
‘Fare la classifica dei problemi del Paese è sbagliato. Ma una cosa mi sento di dover dire. Negli ultimi decenni il nostro Stato, inteso come insieme delle istituzioni e delle attività che gli sono demandate, è stato indebolito, mortificato nell’efficienza istituzionale, nell’esercizio dei poteri democratici, nel prestigio, nell’autorevolezza. Con effetti gravissimi non solo sul declino della moralità pubblica e del senso dello Stato, ma anche più semplicemente sulla capacità delle pubbliche amministrazioni di reagire tempestivamente all’impatto dei problemi. Le colpe della politica – aggiunge Zanda – non bastano a spiegare l’altissimo livello dell’evasione fiscale, la diffusione della corruzione, l’influenza capillare della mafia in diversi pezzi del territorio nazionale. Né sono sufficienti a spiegare il ritardo nell’emanazione di 750 decreti attuativi senza i quali leggi importanti sono nell’impossibilità di operare. La verità è che abbiamo lasciato decadere lo Stato e, senza uno Stato efficiente e funzionante, non c’è politica, né Parlamento, né Governo che possano lavorare con successo. Ecco perché insisto. La spending review è un’occasione preziosa non solo per ridurre la spesa pubblica, ma prima ancora per ridare al nostro Stato forza amministrativa e capacità operativa. Il cuore della spending review è la riforma dello Stato. Oppure, se vogliamo, la riforma dello Stato è la vera spending review’

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