Senatore Luigi Zanda, nel Partito democratico c`è un certo imbarazzo per la convivenza con la Lega.
«Siamo giunti a questo governo attraverso la verifica che maggioranze politiche tradizionali non erano possibili, né era possibile andare al voto. Però è la prima volta che l`articolo 92 della Costituzione viene applicato integralmente: il presidente del Consiglio incaricato propone i ministri e il presidente della Repubblica li nomina. E poi, sempre come prevede la Costituzione, il Parlamento ascolta il presidente del Consiglio e vota la fiducia. Quindi in qualche modo è nuova anche la forma del governo. E penso che per questo motivo l`esecutivo parta con una grande forza che si somma alle grandi aspettative che Draghi ha suscitato nel Paese. Draghi infatti si è caricato sulle spalle una responsabilità molto pesante. Da lui l`Italia non si aspetta solo un buon governo ma gli chiede anche di dare una visione del futuro del Paese. Peri cittadini è più facile sopportare i sacrifici se il governo fa capire bene qual è la direzione di marcia».
Senatore, sta eludendo la domanda sulla Lega…
«Io ho riguardo per l`evoluzione della Lega. La cosa importante è che la partenza del nuovo governo sia chiara sui principi e che la Lega li riconosca».
E quali sarebbero questi principi a cui si riferisce?
«Sono sostanzialmente tre, l`europeismo e l`alleanza occidentale, la politica economica, che comporta scelte sullo sviluppo, l`occupazione, la concorrenza, la chiusura ai finanziamenti a pioggia, i diritti umani, cioè la politica
dell`immigrazione e dell`accoglienza. Poi, comunque, Lega o non Lega, tutti i governi di coalizione sono molto difficili. Però un anno e mezzo fa non avremmo mai immaginato che i 5 Stelle sarebbero diventati sostenitori dell`Europa e dell`euro, eppure è successo. Io penso che dobbiamo guardare in prospettiva, chiedendoci che cosa serva all`Italia. Secondo me serve una politica più matura, due schieramenti che si confrontano tra di loro. Meglio ancora, servirebbero due grandi partiti uno di centrosinistra e uno di centrodestra, democratici, europeisti e occidentali. E in questo senso l`originalità del governo Draghi può essere decisiva».
Ma con questo governo l`alleanza Pd-Movimento 5 Stelle non rischia di saltare o, quanto meno, di indebolirsi?
«No, io penso che possa rafforzarsi. In politica le alleanze si consolidano o si rompono solo lavorando insieme e nell`ultimo anno e mezzo il rapporto tra Pd e 5 stelle è andato sempre migliorando».
Nel Partito democratico c`è chi chiede al segretario Nicola Zingaretti di anticipare il congresso…
«Io penso che appena sarà passato l`allarme rosso per il Covid il Partito democratico potrà fissare la data del nuovo congresso. L`importante è che sia un congresso serio, che metta a fuoco la vera natura del Pd. Per dirla tutta, servirebbe un congresso come quelli che si facevano una volta, con mozioni, grandi dibattiti, coinvolgimento anche degli elettori, delle forze esterne, degli intellettuali. Insomma, un congresso che parli al Paese».