«I senatori del Pd condividono, pressoché all’unanimità, la necessità di attribuire alle coppie omosessuali gli stessi diritti di cui godono le coppie etero. L’impianto del ddl Cirinnà è largamente condiviso»: parola del capogruppo al Senato, Luigi Zanda. Suo il compito di guidare il gruppo con l’obiettivo di «approvare» il ddl sulle unioni civili. Di qui il richiamo a contenere gli emendamenti che devono essere pochi e non di bandiera. Soprattutto, si cerca una formula per rendere più severa la condanna della cosiddetta pratica dell’«utero in affitto». Nessuna obiezione dal Colle al provvedimento.
Presidente, lei è il timoniere di una nave che deve arrivare in porto e che è in grave ritardo. Raccomanda ai suoi responsabilità e prudenza, quali sono i rischi?
«Il provvedimento che disciplinale unioni civili è molto delicato, tocca valori costituzionali, importanti principi giuridici. E scuote la sensibilità personale dei cittadini e dei parlamentari. Arriva in aula del Senato in una condizione difficile, in cui nessun altro provvedimento è mai arrivato: senza relatore, con il governo che non esprimerà pareri, con diversi voti segreti e con la liberta di coscienza sui punti più delicati che verrà data dal nostro gruppo e anche da altri gruppi. Queste condizioni così particolari impongono molta attenzione, prudenza e senso di responsabilità».
C’è il rischio che lo spirito di “corrente” prevalga su quello di gruppo?
«Se saremo capaci tutti di restare al merito del provvedimento lo approveremo bene, la necessità più forte è quella di non politicizzare la discussione. Restiamo al merito».
I nodi emersi nella riunione del gruppo sono soltanto relativi all’adozione coparentale?
«I senatori del Pd condividono pressoché alla unanimità la necessità di attribuire alle coppie omosessuali gli stessi diritti di cui godono le coppie etero. L’impianto del provvedimento è largamente condiviso, e diciamo anche che siamo arrivati a questo obiettivo attraverso un lungo lavoro che ha visto il testo base originario subire numerose revisioni».
State raggiungendo una convergenza all’interno del gruppo sull’adozione coparentale?
«Diversi senatori hanno riserve sul tema delle adozioni, ma è largamente condivisa la condanna dell’utero in affitto, e cioè della commercializzazione della nascita dei bambini e della mercificazione del corpo femminile».
Si profila un emendamento sulla gestazione per altri?
«La partita non è chiusa. Sarebbe importante trovare una formula che rendesse più forte il divieto di fare ricorso alla gestazione per altri».
Si attendono molti emendamenti?
«Ho invitato i senatori del Pd ha presentare solo emendamenti di contenuto, a evitare emendamenti di bandiera e a contenere al massimo possibile».
Il 22 è l’ultimo giorno utile per presentare gli emendamenti. Nell’assemblea di martedì 26 si deciderà la posizione del gruppo sul testo e sui singoli emendamenti?
«La riunione di questa mattina è stata molto seria, sono intervenuti molti senatori. Ciascuno ha illustrato la propria posizione con argomenti seri e importanti. La discussione proseguirà il 26».
Le risulta che che ci sono obiezioni dal Colle sul ddl Cirinnà?
«A me non risulta. Chiaro che per tutti i provvedimenti dobbiamo esaminare con scrupolo la conformità costituzionale».
A guidare la stesura del ddl Cirinnà non è stata proprio la sentenza 138/2010 della Consulta?
«Ci sono due sentenze della Consulta che hanno orientato i nostri lavori, sono sentenze chiare, anche se vedo che persino ex presidenti della Corte le interpretano inmanieradiversa. Le due sentenze sono un punto di riferimento nei contenuti. E sono stati uno stimolo a legiferare».
A suo parere, a chi giova il tiro al bersaglio contro il lavoro del Pd fatto in queste ore da alcune testate?
«Non lo definirei un tiro al bersaglio: ci sono due fronti di attacco, uno è nel merito del provvedimento, un altro è politico. Sono due linee perfettamente legittime, anche se, data la delicatezza del tema, sarebbe molto meglio restare al merito».
Non le pare che sempre, e ancor più in questo momento, debba essere massimamente onorato il dovere di fare una corretta informazione?
«Ho grandissimo rispetto per l’informazione, ho lavorato sia per i giornali che per la tv. Anche per questa ragione nella mia attività parlamentare cerco per quel che è possibile di essere chiaro e molto preciso, e comunque di rappresentare la realtà sempre per quella che è».