‘E’ ancora possibile varare le Unioni civili entro il 2015′
«L`accordo nel Pd è un punto di equilibrio molto serio, che ha rimesso le cose a posto e terrà anche nei voti segreti». Dopo il ministro Maria Elena Boschi, anche Luigi Zanda, il capogruppo Dem a Palazzo Madama, dove mercoledì cominceranno le votazioni sul testo della riforma costituzionale, si mostra ottimista. «Credo che il voto finale del 13 ottobre confermerà che l`italia vive una fase positiva e rispetta gli impegni internazionali facendo riforme anche difficili».
Ma Zanda si mostra addirittura più ottimista su un altro tema, che a molte persone sta a cuore: il testo sulle unioni civili, al momento bloccato in commissione Giustizia dall`ostruzionismo di Ncd. «Chiederò che vengano incardinate il 14 ottobre – (unico giorno dí intervallo tra le riforme e l`arrivo della legge di Stabilità, ndr) – In modo che, terminato l`esame della legge di Stabilità, a novembre l`aula possa discuterle e approvarle». Insomma, nonostante la finestra sia strettissima, per il presidente dei senatori Dem è ancora possibile approvare il testo Cirinnà entro il 2015.
Quanto ai rapporti con Grasso, nessuno scontro ma solo divergenze di opinioni: «Riteniamo che le sue prerogative vadano sempre preservate. Del resto, è alla guida di Palazzo Madama per designazione, volontà e voto unanime dei senatori Democratici».
Durante l`intervista arriva la notizia della scomparsa di Pietro Ingrao e Zanda si interrompe un istante: «Me lo lasci ricordare, una enorme personalità della sinistra italiana che ha vissuto tutta la sua vita in coerenza con la sua fede democratica, con una lucida visione della questione sociale italiana, dedicando tutte le sue energie alla lotta contro le diseguaglianze e alla difesa dei più deboli. La sua scomparsa mí addolora proforidamente».
Senatore Zanda, si apre la settimana decisiva in cui si vota la riforma costituzionale al Senato. Il ministro Boschi si è detta prudente ma «molto ottimista», il clima sembra schiarito. Anche lei può dirsi ottimista?
«Penso che un prossimo risultato buono del dibattito parlamentare sulle riforme possa dare prospettive positive all`Italia per tre ragioni. La prima è politica: il Pd arriverà al voto unito dopo una lunga e approfondita discussione e la riforma sarà votata da una maggioranza più ampia di quella che sorregge il governo».
Si riferisce ai 181, più 8 astenuti, che hanno bocciato le pregiudiziali di costituzionalità? O ai 165 contrari alle prime tattiche ostruzionistiche dell`opposizione?
«Mi riferisco al fatto che nel mondo del centrodestra, in movimento tra spaccature e vistose tensioni interne, ci sono parti che guardano con interesse alle riforme. E il secondo motivo per cui auspico il varo della riforma è strategico: il voto del 13 ottobre confermerà – e io credo che lo farà – che l`Italia attraversa una fase positiva, di crescita economica. Sa rispettare gli impegni internazionali e sa fare riforme anche difficili e delicate».
L`accordo nel Pd sui senatori scelti dai cittadini e confermati dai consigli regionali è un accomodamento lessicale o è cambiato qualcosa nel merito dell`impianto?
«Guardi, il terzo motivo per cui giudico buona questa riforma riguarda proprio i contenuti: non solo la fine del bicameralismo perfetto, ma anche le funzioni di approvazione delle leggi elettorali e costituzionali in comune con la Camera dei Deputati. E poi le funzioni di valutazione delle politiche pubbliche e dell`impatto delle politiche europee sui territori».
Il pomo della discordia, però, è sembrato a lungo essere l`arti- colo 2, ovvero il Senato elettivo o meno.
«In questa discussione l`atteggiamento sia di alcuni politici sia dei media ha determinato una vistosissima sproporzione tra l`attenzione alla composizione dell`assemblea rispetto alle sue funzioni. L`accordo raggiunto nella fase finale, per fortuna, ha messo le cose a posto trogigo un punto di equilibrio mor to serio».
Punta di equilibrio che terrà anche nei voti segreti?
«Certamente terrà. A meno che qyualcuno non lo utilizzi per manovre politiche di parte. Quanto all`elettività dei senatori, il quinto comma dell`articolo 2 era l`unico su cui si poteva intervenire perché era l`unico modificabile».
A giorni il presidente Pietro Grasso scioglierà infine la riserva su quali emendamenti ammettere. Ci sono stati diversi contrasti in questo periodo, grasso ha sototlineato che la sua giacca è «rinforzata» aprova di tirate. Sia sincero: c`è uno scontro latente del Pd con la seconda carica dello Stato?
«No, se noi abbiamo opinioni diverse lo diciamo lealmente ma sappiamo difendere le prerogative della presidenza del Senato».
Non avete nemmeno litigato nella capigruppo sui tempi in cui votare la riforma? Voi chiedevate 1`8 ottobre, Grasso puntava al 15.
«Le cose stanno così: il Pd in commissione, aula e capigruppo ha sempre espresso liberamente le proprie opinioni e accettato le decisioni del presidente quando erano condivise e quando non lo erano, a differenza di altri gruppi che lo hanno invece contestato. Riteniamo che le sue prerogative vadano sempre preservate. Del resto, è alla guida di Palazzo Madama per designazione, volontà e voto unanime dei senatori Democratici».
Con il voto finale del ddl Boschi il 13 ottobre, la finestra per le unioni civili è molto stretta. Finirà tutto rimandato al 2016?
«Io mi sono battuto in capigruppo per ottenere qualche giorno di intervallo tra la riforma costituzionale e la legge di Stabilità con l`obiettivo di portare in aula subito le unioni civili. Ora ci sarà un solo giorno di intervallo, e io certamente chiederò che vengano incardinate. In modo che, terminato l`esame della legge di Stabilità, a novembre l`aula possa discuterle e approvarle».
Addirittura approvarle entro fine 2015? E` una deadline realistica?
«Si può fare e io mi adopererò perché accada».
I numeri al Senato sono il tallone d`Achille di tutti gli ultimi governi. Adesso, con il Pd quasi compatto, il gruppo Ala dei verdiniani schierato con la maggioranza, voci di altri transfughi dal centrodestra, lei come capogruppo si sente di tirare un sospiro di sollievo? Vede l`orizzonte di fine legislatura in discesa?
«Se intende che finirà l`allarme dei numeri bassi, no. Non sarà così. E nemmeno se mi chiede se possiamo allentare la presa sulle altre riforme che riguardano giustizia ed economia».
Nessun rilassamento?
«Non c`è un allargamento strutturale della maggioranza. Possono esserci maggioranze più larghe sulle riforme, su alcune leggi di sistema e altri provvedimenti di interesse ampio».
Non è poco.
«No, ma non è scontato. Bisogna continuare a stare in guardia».

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