«Se nella legge sulle unioni civili serve ribadire il divieto dell`utero in affitto, lo faremo». A Luigi Zanda, capogruppo dem al Senato, è affidata la navigazione parlamentare della legge sulle unioni civili che il 26 gennaio approda in aula a Palazzo Madama. Dopo la riunione di ieri mattina a Palazzo Chigi con Renzi, la ministra Maria Elena Boschi e l`altro capogruppo del Pd Ettore Rosato, i Dem puntano a evitare lo scontro nella maggioranza e tra laici e cattolici. Però, assicura Zanda: «Andremo avanti fino in fondo».
Zanda, il Pd cerca una “terza via” sul punto più controverso della legge, ovvero la stepchild adoption, l`adozione del figlio del partner?
«Il Pd sa che questo è un provvedimento delicatissimo che deve eliminare la disparità di trattamento tra persone di diverso orientamento sessuale. Oggi le coppie omosessuali non godono degli stessi diritti di quelle etero. Questa disparità va sanata».
A lei piace la soluzione dell`adozione?
«Il provvedimento tocca necessariamente una questione ancora più delicata e cioè la tutela dei bambini. Che per il figlio del partner possa essere prevista l`adozione è largamente condiviso. Il problema è l`utero in affitto, che però è una pratica già vietata dalla legge italiana».
Dalla legge italiana sì, ma all`estero si può fare.
«L`Italia deve insistere e rendere quanto più effettivo possibile il divieto. Ma avendo molta attenzione a non discriminare o peggio punire i bambini comunque nati».
La mediazione su cui alcuni cattolici aprono è sostituire l`adozione con 1` “affido rafforzato”. È un`ipotesi?
«Sull`affido rafforzato ho serie perplessità costituzionali».
Ma c`è la ricerca di un compromesso?
«Si esprimerà l`assemblea dei senatori del Pd. Comunque le ipotesi migliorative sono sempre positive, ma dicono no ad arretramenti o a soluzioni confuse».
Sulle unioni civili andrete avanti comunque, anche al prezzo di rompere la coalizione di governo?
«I diritti civili sono una grande priorità per il Pd. Le unioni civili, ma anche lo ius soli e il fine vita. Quindi va fatta una distinzione. L`unica maggioranza politica è quella tra i gruppi che votano la fiducia al governo. Per quelle norme che prevedono la libertà di coscienza e persino il voto segreto bisogna cercare di tutelare la maggioranza, però può accadere che vi siano voti in dissenso. In tutti i gruppi al Senato sono presenti opinioni diverse sulle unioni civili e le adozioni».
Il governo inaugura le maggioranze variabili?
«Lo escludo».
Però ad alleanze con Sel e M5stelle ricorrete sempre più spesso? È stato così per l`elezione dei giudici costituzionali, ora sulle unioni civili.
«Sui giudici della Consulta non si può certo dire che la nostra linea in ben trenta votazioni non sia stata di ricercare consenso vasto».
Al Senato si vota prima la riforma costituzionale delle unioni civili?
«La riforma costituzionale andrà avanti speditamente e gli italiani la confermeranno con il referendum in autunno. Su cosa si approverà prima, lo deciderà la conferenza dei capigruppo. Ma credo che il Senato debba votare la nuova lettura della riforma entro i prossimi 10 giorni. Dobbiamo però essere realisti. Non è preoccupante tutto questo. La mia preoccupazione maggiore è la congiuntura internazionale, per la bomba all`idrogeno in Corea, per lo scontro tra Arabia Saudita e Iran, il Medioriente, la Libia, l`Egitto e la tenuta dell`Europa soprattutto».
Renzi dovrebbe essere preoccupato per le amministrative?
«Le amministrative non sono elezioni politiche e il nostro programma prevede la selezione dei candidati con le primarie. Vedrete, i risultati saranno molto positivi per il Pd».