“Modificare il ddl Zan al Senato per metterlo a rischio in una nuova lettura alla Camera, sarebbe un errore politico davvero grave. Sono convinto che ci siano momenti nella vita del Parlamento in cui il valore politico di un provvedimento deve fare premio sui dubbi”. Così Luigi Zanda, senatore del Pd, in una intervista a Repubblica.it.
“La legge Zan – continua Zanda – è un provvedimento del Pd. Il Pd lo ha presentato alla Camera. Il primo firmatario è un deputato dem, Alessandro Zan. A Montecitorio è stato approvato con il contributo decisivo del Pd. Al Senato è stato calendarizzato per iniziativa soprattutto del Pd. E il testo base ora adottato a Palazzo Madama è appunto quello del Pd. In definitiva è un nostro provvedimento. C’è stato molto rispetto nell’assemblea dei senatori dem al Senato, che si è svolta con la più assoluta libertà di ciascun senatore nell’esprimere le proprie opinioni. Anche chi ha manifestato obiezioni ha però convenuto sulla necessità di approvare il ddl, riconoscendone il valore politico. Non esprimo valutazioni sui dubbi e le obiezioni che ho ascoltato nella nostra assemblea. Ripenso a come andò sulle unioni civili: anche allora le obiezioni sui singoli punti furono superate dall’esigenza istituzionale di approvare la legge. Comprendo che anche sul disegno di legge Zan contro l’odio nei confronti delle parti più deboli della società – così come era accaduto per le unioni civili diventate poi legge nella passata legislatura – possano essere sollevate limitate obiezioni sui singoli punti del provvedimento. Ma ci sono materie e momenti nella vita del Parlamento in cui il valore politico di un provvedimento deve essere tenuto in una particolare attenzione, e fare premio su tutti i dubbi”. Il senatore del Pd è poi tornato sul tema delle alleanze politiche del Pd: “In tempi come il nostro in cui le ideologie e gli ideali sono così poco frequentati, tutte le alleanze politiche compresa quella tra Pd e 5Stelle valgono per il tempo in cui si stringono. E hanno un valore positivo, ma sono pur sempre alleanze tattiche. Poi tra i partiti alleati – ha concluso Zanda – può esserci anche l’intenzione o addirittura la volontà di renderle più strutturali e strategiche, ma per farlo ci vuole tempo”.


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