Estratto dall’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal presidente del grupppo Pd al Senato
«Il passaggio è delicato. Dopo il deposito degli emendamenti, il presidente Grasso dovrà decidere sulla loro ammissibilità, in particolare quella relativa all’articolo 2, e poi ci saranno molte votazioni in aula. Dunque, sgombriamo il campo da veti, toni alti, proclami, ultimatum. E’ tempo che le tifoserie si plachino». Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda in un’intervista al Corriere della Sera. E poi continua: «Tutti sono d’accordo nel farla finita con il bicameralismo paritario, nel rivedere il Titolo V e i rapporti tra Stato e Regioni. Se questo sarà il Senato che rappresenta le autonomie è logico che i senatori saranno consiglieri regionali e sindaci». E sull’elezione diretta dice: ‘Meglio parlare di designazione da parte dei cittadini per coerenza con gli altri commi dell’articolo che a mio avviso non possono essere toccati’ perché approvati sia dalla Camera che dal Senato. ‘Salvaguardando il principio generale secondo il quale lo stesso testo approvato da Camera e Senato non si modifica, noi avevamo proposto di inserire questo meccanismo in una altro articolo della riforma. Se proprio bisogna operare sull’articolo 2, l’unico spazio possibile è il comma 5 che è stato modificato dalla Camera, sia pur minimamente’. Per Zanda sono poi possibili altre modifiche: «Le modifiche devono essere poche, non va snaturato l’impianto del testo. Certo, le funzioni del Senato possono essere aumentate e poi può essere ripristinata l’elezione dei due giudici costituzionali eletti dal Senato».
Inoltre, Zanda afferma di essere ‘ottimista sull’accordo’ e sostiene di non temere ‘imboscate’ sui voti segreti. «No – afferma -, non temo imboscate. Anche se c’è una instabilità dei gruppi. Il Pdl si è diviso in 4 pezzi, il M5S ha perso 17 dei 53 senatori originari, la Lega ha ceduto tre seggi a Tosi, Scelta civica non c’è più. Ecco, spero solo che, sulla Costituzione, non venga la tentazione di usare i voti segreti come mezzo di lotta politica».
«La mia aspirazione – conclude – è di avere un Pd compatto, una maggioranza coesa ed ampi pezzi di opposizione che condividano nel merito la riforma. Verdini? ha già votato il testo in prima lettura e ha fatto bene’.
Inoltre, Zanda afferma di essere ‘ottimista sull’accordo’ e sostiene di non temere ‘imboscate’ sui voti segreti. «No – afferma -, non temo imboscate. Anche se c’è una instabilità dei gruppi. Il Pdl si è diviso in 4 pezzi, il M5S ha perso 17 dei 53 senatori originari, la Lega ha ceduto tre seggi a Tosi, Scelta civica non c’è più. Ecco, spero solo che, sulla Costituzione, non venga la tentazione di usare i voti segreti come mezzo di lotta politica».
«La mia aspirazione – conclude – è di avere un Pd compatto, una maggioranza coesa ed ampi pezzi di opposizione che condividano nel merito la riforma. Verdini? ha già votato il testo in prima lettura e ha fatto bene’.