”Il procedimento legislativo si è andato via via deformando negli ultimi venti anni ed oggi la malattia è ancora più evidente. C’è stato un progressivo svuotamento della funzione legislativa del Parlamento”. Lo dice in un’intervista alla Stampa Luigi Zanda, capogruppo del Partito democratico al Senato.
E poi aggiunge: ”La radice del pericolo sta nell’eterogeneità delle materie di questi provvedimenti. Quando un decreto regolamenta troppe materie diverse fra loro, aumenta la possibilità di sbagliare, perché aumenta il numero degli emendamenti e la loro varietà”.
‘E’ vero che si potrebbero irrigidire le maglie in entrambi i rami del parlamento, ma sull’ammissibilità la discrezionalità dei presidenti di Camera e Senato è ampia. Il capo dello Stato invita a rendere i regolamenti più rigidi sull’ammissibilità. Ma già oggi i presidenti, usando la loro discrezionalità, possono stringere molto le maglie”.
 Il presidente del Pd al Senato ricorda inoltre di battersi da ‘otto anni con proposte di modifica del regolamento del Senato. La modifica dei regolamenti è un momento decisivo dell’ammodernamento dello Stato ed è un peccato non esserci riusciti: non tanto per vere contrarietà nel merito, quanto per disinteresse diffuso. Servono modifiche regolamentari che prevedano tempi certi per l’approvazione dei disegni di legge. Così si potrebbe limitare l’eccessivo ricorso ai decreti”.

‘Il giorno dell’incidente sull’emendamento sulle slot machine – afferma Zanda a La Stampa – ho allertato per lettera tutti i senatori chiedendo loro una vigilanza rigida sui contenuti, non solo dei nostri, ma anche degli emendamenti degli alleati, dell’opposizione e anche del governo. Capita infatti che parlamentari presentino emendamenti su richiesta dell’esecutivo’.
‘Il bicameralismo perfetto – sostiene infine Zanda – ha provocato enormi lungaggini e distorsioni nel processo legislativo e la riforma deve escludere la possibilità di due Camere che danno la fiducia al governo. Di qui la necessità che una delle Camere non abbia parlamentari eletti. Il voto conclusivo sul Senato può arrivare entro il 2014’.

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