“L’assassinio di Giulio Regeni è uno dei più terribili delitti a sfondo politico commesso all’estero, negli ultimi decenni, ai danni di un cittadino italiano. La crudeltà dell’assassinio, le torture, la messa in scena del ritrovamento del cadavere, l’assoluta assenza di qualsiasi ragione plausibile per questo scempio sono tra i motivi che fanno escludere si tratti di un delitto comune. L’Italia non dovrà cessare mai di cercare la verità, finché non l’avrà ottenuta, continuando con tutti mezzi legali ad indagare per tutto il tempo necessario”. Lo ha detto il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, nel corso del dibattito nelle Commissioni esteri di Camera e Senato sull’Egitto.

“Sono tre gli aspetti preminenti – ha continuato Zanda – i rapporti tra l’Italia e l’Egitto e il ritorno del nostro ambasciatore al Cairo, quelli di Giulio Regeni con l’università di Cambridge e la necessità di un lavoro di intelligence davvero congiunto dei servizi segreti europei. A suo tempo il ritiro dell’ambasciatore fu un atto proporzionato alla gravità delle circostanze e necessario anche per la ricerca della verità. Da quella decisione è passato più di un anno: oggi sappiamo che la giustizia per Giulio Regeni potrà venire solo dalla verità giudiziaria e che, per averla, le nostre pressioni dovranno continuare ad essere esercitate con forza, anche attraverso la nostra presenza diplomatica. La presenza al Cairo di un bravo ambasciatore italiano con un mandato preciso ed esplicito di ricerca, pressione e collaborazione con le autorità egiziane può aiutare ed affrettare la ricerca della verità sulle responsabilità nell’assassinio di Giulio Regeni. Solo una piena collaborazione con la Gran Bretagna, tradizionale alleato dell’Italia, può aiutare a chiarire i rapporti dell’università di Cambridge con Regeni, altro tassello per arrivare alla verità.  E’, infine, indispensabile la collaborazione vera e completa tra i servizi segreti dell’Unione Europea: Regeni non era solo cittadino italiano, era un cittadino europeo”.

 

 


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