“Le nuove norme regolamentari sono per la nostra democrazia parlamentare rappresentativa un investimento sul futuro, serviranno a renderla più forte e più efficace. Una democrazia in crisi, debole, rende fragile l’ordinamento giuridico, confonde la divisione dei poteri, disgrega lo Stato. Quando si aggrava, la crisi della democrazia, come sappiamo e come spesso è accaduto in passato ed accade tuttora, può produrre effetti molto gravi, sino a far prevalere forze antisistema, nazionalismi ottusi, istinti reazionari, governi più o meno autoritari. È per evitare questi pericoli che l’Italia ha bisogno di rafforzare la sua democrazia con profonde riforme della struttura istituzionale. Chi, come me, ha promosso e votato la riforma costituzionale in Parlamento e ha votato sì al Referendum, è obbligato a tener conto del risultato referendario molto di più di chi ha votato no. Ma devo, però, ricordare che i problemi che la riforma tentava di risolvere rimangono tutti intatti. Da qui lo straordinario valore che hanno i Regolamenti parlamentari: nel nostro ordinamento i Regolamenti parlamentari hanno una forza e un valore molto vicino a quello delle norme costituzionali. La proposta di modifica è il frutto di una positiva collaborazione tra le forze politiche. Il lavoro comune non va interpretato come una convergenza politica tra maggioranza e opposizione, quanto come una leale collaborazione tra senatori di molto diversa ispirazione politica, mossi dal comune intento di rendere più forte ed incisiva l’azione del Senato”. Così il Presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, nel suo intervento in dichiarazione di voto sulla riforma dei regolamenti del Senato.
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