ROMA – «Quando si presentano non uno ma una serie di emendamenti su una legge combattuta come è il ddl Zan contro l’omotransfobia, non sono mai solo di merito, ma rischiano dì costituire un cambio di posizionamento politico». Luigi Zanda, ex capogruppo del Pd, senatore, ha una lunga esperienza politica. Zanda, sul ddl Zan i renziani stanno tradendo il centrosinistra? «Osservo che quando si fa parte di una maggioranza così delicata come quella che sorregge il governo Draghi, una serie di modifiche sostanziali a un provvedimento, che cambiano radicalmente la posizione di quel partito tra Camera e Senato, segnalano che il cambiamento di posizionamento politico è oggettivo». E l`indizio di una strategia che porterebbe Italia viva nel centrodestra o a dialogare soprattutto con il centrodestra? «Renzi ha uno stile politico molto intraprendente ma non credo che voglia contraddirsi passando a destra: è stato segretario del Pd, ha guidato un governo di centrosinistra, ha fatto la scissione sempre restando nel centrosinistra. Però che iniziative come quella presa sul ddl Zan abbiano effetti politici è naturale». Ma lei vede uno spostamento renziano verso il centrodestra? «Credo che sarebbe una contraddizione troppo forte rispetto alle ragioni per cui Italia viva è nata e alle numerose dichiarazioni di Renzi e non sarebbe capita dall`opinione pubblica. Non si fa politica strappando ad ogni occasione». Un assist per Salvini? «Su materia così delicata ci sono sempre sensibilità diverse. È stato già così per le unioni civili. Ora nella legge contro l’omofobia, dopo il via libera alla Camera il 4 novembre scorso, siamo alla melina al Senato con l`intento non dichiarato di affossarla. C`è chi ritiene che il ddl Zan sia perfetto così, chi ne vuole aggiustamenti e il centrodestra che ne vuole semplicemente il naufragio. Questo mi preoccupa. Non mi stupisco dei tentativi di migliorarlo. Ma se modificato a Palazzo Madama, poi alla Camera corre il pericolo di non essere più approvato. Si ricomincerebbe con audizioni, emendamenti eccetera, finché non finisce la legislatura». Ma con lo strappo di Renzi al Senato la maggioranza non c`è più. «Non mi piace fare il processo alle intenzioni. Ma il mio timore per il ddl Zan si rafforza perché nei prossimi mesi avremo lavori parlamentari non lineari con molti decreti da convertire, con agosto di mezzo e la delicatezza del semestre bianco in vista dell`elezione del presidente della Repubblica. C`è inoltre la possibilità oggettiva che la legislatura finisca prima del tempo». Lei è cattolico. Come giudica la nota del Vaticano sul ddl Zan? «Sia il governo italiano che il segretario di Stato vaticano hanno detto, con parole diverse, che l`Italia è un Paese laico». Non è che sul ddl Zan a restare con il cerino in mano è il Pd? «In questa fase il sistema politico è in continua evoluzione, dai 5 Stelle alla Lega da FdI a FI. Nessun partito ha oggi una forza parlamentare che coincida con quella rilevata dai sondaggi. Il molo del Pd è di garantire stabilità al governo Draghi e evitare deragliamenti parlamentari».


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