“I futuri senatori saranno eletti dai cittadini grazie al punto d’incontro trovato in Senato in seconda lettura.
Nella nuova Costituzione e’ chiaramente scritto che i consiglieri che andranno a ricoprire anche la carica di senatori saranno
eletti dai Consigli regionali ‘in conformita’ alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del
rinnovo dei medesimi organi'”. Lo afferma il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, in un’intervista al Sole 24 Ore in edicola
oggi, in merito alla riforma costituzionale.
“Non parlerei di elezione di secondo grado. La soluzione che abbiamo trovato per andare incontro non solo alla richiesta di
molti parlamentari di maggioranza e di opposizione, ma anche ad una richiesta alta che viene dal Paese, configura un’elezione
diretta – sottolinea Zanda -. Per definirla servira’ una legge ordinaria. E il Pd ha deciso che il testo base che verra’
sottoposto all’attenzione del Parlamento e’ quello Fornaro-Chiti, che prevede appunto un’elezione diretta. Possiamo immaginare una
scheda con due spazi: una parte l’elettore sceglie il consigliere regionale e dall’altra il consigliere regionale che sara’ anche
senatore. Il punto politico e’ che sia la riforma sia il testo base che il Pd presentera’ come partito di maggioranza relativa
prevedono l’elezione diretta dei futuri senatori”.
Continua Zanda: “La nostra è una Repubblica organizzata su due autonomie: l’autonomia delle Regioni e l’autonomia dei Comuni. Quella delle Regioni è un’autonomia molto ampia che prevede anche il potere di legiferare. Le Regioni, in particolare, approvano vere e proprie leggi valide all’interno del proprio territorio. Al Senato delle Autonomie, che è anche un luogo di compensazione politica dei diversi livelli di legislazione all’interno della Repubblica, arriviamo con 45 anni di ritardo. Avremmo dovuto fare questa riforma nel 1970 quando sono state istituite le Regioni. Quanto alla qualità della classe politica regionale, io dico che la gran parte dei consiglieri sono persone di valore e di specchiata moralità. Non è giusto che per gli errori e le mancanze di qualcuno di loro si giudichi tutta un’intera categoria di amministratori”.


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