«L’attività parlamentare dopo la pausa estiva riprende con due due segnali sul fronte internazionale che non possono essere ignorati: da una parte il pericolo costituito dall’iniziativa di aggressione militare (da parte) della Corea DEL NORD, dall’altro il segnale positivo per l’Europa e per l’Italia che viene dalle conclusioni del vertice di Parigi, dove i quattro Paesi più grandi – Germania Francia Italia e Spagna – hanno dimostrato di poter finalmente assumere una guida in Europa».
Il capogruppo dei senatori del Pd Luigi Zanda guarda con un certo ottimismo, venti di guerra a parte, alla ripresa autunnale dell’attività parlamentare (ripresa che avrà il suo inizio simbolico nella riunione delle commissioni Esteri delle Camere sul caso Regeni lunedì 4 settembre). E l’ottimismo si basa proprio sul nuovo ruolo che il nostro Paese sta assumendo in Europa. «L’Italia ha ormai un ruolo da protagonista riconosciuto dai suoi partner europei. Un rispetto ottenuto perché le ricette italiane sull’immigrazione e la politica di sostegno all’economia dei Paesi africani si sono rivelate la risposta giusta. Un rispetto, inoltre, ottenuto grazie ai dati economici che confermano la bontà delle scelte nei tre anni di governo Renzi e nel SUCCESSIVO i mesi di governo Gentiloni: il Pil cresce, le esportazioni crescono, la produzione industriale cresce, L’OCCUPAZIONE CRESCE…».
I dati positivi della nostra economia rendono dunque più agevole, senatore, l’iter della legge bilancio? Non ci sono rischi per l’approvazione della nota di aggiornamento del Def, per la quale occorre la maggioranza assoluta di 161 voti in Senato?
Fin dall’inizio della legislatura in Senato abbiamo dovuto lavorare in presenza di una forte fragilità di numeri, ma al dunque abbiamo sempre raggiunto i 161 voti quando è stato necessario. Credo che non mancheranno neanche questa volta.
Ma i bersaniani di Mdp hanno fatto capire che sono pronti a non votare la legge di bilancio se non ci saranno “politiche di discontinuità”.
Dopo la scissione i rapporti in Senato tra Pd e Mdp sono sempre stati corretti. Non ho memoria di momenti di crisi particolarlmente seri. Ci saranno da parte di Mdp delle richieste riguardo alla manovra economica e il governo le esaminerà trovando la sintesi, come d’altra parte sempre accade nei governi coalizione. (Io) penso che il cambiamento del segno dei fattori economici da negativo a positivo ALIMENTI BUONE PROSPETTIVE crea un clima positivo. Francamente escludo che tra di noi ci sia qualcuno che pensa di interrompere il ciclo positivo portando il Paese all’esercizio provvisorio.
Lo ius soli sarà approvato?
Confido che sarà approvato entro l’autunno. Io vedo da qui alla fine della legislatura quattro comparti di provvedimenti di cui dovremo occuparci. Il primo comparto è quello economico, relativo alla legge bilancio e alla nota di aggiornamento del Def. Il secondo è composto da una serie di provvedimenti già approvati alla Camera, appunto lo ius soli assieme ai vitalizi e al testamento biologico, e dalla legge elettorale che E’ PARTITA (partirà) invece dalla Camera e sulla quale occorre fare un serio tentativo. Il terzo è il delicatissimo comparto delle modifiche ai regolamenti parlamentari, alle quali stiamo lavorando nel gruppo di lavoro Pd-M5S-Lega-Fi e che, TRA I MOLTI OBIETTIVI, mira ANCHE (principalmente) alla riduzione della frammentazione parlamentare, (che è) una mina sulla strada della stabilità: dall’inizio della legislatura tra Camera e Senato ci sono stati dai 500 ai 600 cambi di casacca. C’è infine un gruppo di provvedimenti DI MERITO (importanti già approvati dalla Camera e) CHE POSSONO DIVENTARE LEGGE IN TEMPI RAPIDI (che devono diventare legge): daLLA LEGGE SUi piccoli comuni a QUElla (legge) SULLO SPETTACOLO (sugli spettacoli).
Ad ascoltare l’elenco viene da pensare che la legislatura andrà avanti ancora a lungo… Secondo lei quando si tornerà alle urne?
Penso che IL PARLAMENTO DEBBA LAVORARE IMMAGINANDO CHE LA LEGISLATURA TERMINI A SCADENZA NATURALE, ossia (tornare alle urne) tra FEBBRAIO (marzo) e aprile del 2018. E penso che ci siano i margini PER LAVORARE BENE FINO A QUELLA DATA  (affinché il Parlamento lavori bene fino a quella data).

 


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