‘Martedì è stata fatto un passo avanti adottando il testo del governo. Su come eleggere i senatori un accordo si troverà’
«La giornata di ieri non mi ha sorpreso più di tanto. Sono 40 anni che il Parlamento tribola sul tema delle riforme costituzionali. Come si poteva pensare che proprio stavolta, che siamo vicini a chiudere su temi fondamentali come la fine del bicameralismo perfetto e il completamento del disegno autonomista, tutto potesse filare liscio?». Luigi Zanda, capogruppo Pd al Senato, sparge ottimismo a piene mani, poche ore dopo la lunghissima serata che ha visto il governo traballare in commissione Affari Costituzionali, proprio sulla riforma del Senato. «Martedì sera in commissione è stato fatto un passo avanti concreto e utile, adottando il disegno di legge del governo come testo base».
Eppure l`ordine del giorno Calderoli, approvato martedì sera, è molto lontano dal testo del governo: prevede l`elezione diretta dei nuovi senatori…
«Per noi era invotabile, e non rispondeva al principio ispiratore che lo motivava: e cioè contenere solo punti condivisi largamente nella discussione generale in commissione. È un testo di ispirazione leghista».
E tuttavia è passato con15 voti contro 13…
«L`hanno votato forze eterogenee: Forza Italia, M5s e Lega, partiti molto distanti tra loro, che non formano certo una nuova maggioranza e non sarebbero comunque in grado di cambiare la Costituzione insieme. Basta pensare agli insulti che si rivolgono costantemente in Aula M5S e Fi. Hanno posizioni molto diverse proprio sulle riforme istituzionali».
C`è stato anche il voto di Mario Mauro, che fa parte della maggioranza…
«Sinceramente non ho capito la sua scelta. Ha votato l`odg Calderoli e pochi minuti dopo il testo del governo, che hanno logiche opposte. Faccio fatica a interpretarlo. Ha fatto una scelta politica e non di merito…».
E tuttavia, presidente, martedì sera è emerso che la maggioranza della commissione vuole l`elezione diretta dei senatori. L`opposto del governo.
«Né quell`ordine del giorno, e neppure quello della presidente Finocchiaro, che è stato ritirato, contenevano indicazioni precise sulle modalità di elezione. Vedremo quando si arriverà al voto, in commissione e poi in aula…di metodi per l`indicazione dei componenti del nuovo Senato ce ne sono tanti…».
 Lei sostiene, come il ministro Boschi, che quell`odg possa essere derubricato?
 «Gli ordini del giorno vanno tenuti in gran conto, ma le decisioni d`aula sono un`altra cosa. Io non lo derubrico, segnalo che un odg mantiene il valore che ha: è importante ma poi bisogna vedere i voti sugli emendamenti».
Nel merito, lei come pensa si debba risolvere il nodo dell`elezione dei senatori?
«È la parte più delicata e discussa del disegno di legge. Bisogna trovare una soluzione che tenga conto dell`esigenza di una elezione indiretta ma anche di una caratura democratica delle procedure di designazione. Ci sono molti modi per raggiungere questo obiettivo».
Fi rivendica di essere stata determinante nel voto sul testo del governo.
«A me non sembra proprio».
L`accordo con Berlusconi sulle riforme esce stravolto da questa serata?
«Su Berlusconi non faccio previsioni. Registro che sul testo base del governo c`è stato un consistente passo avanti. C`è un interesse del Parlamento ad approvare la riforma e credo che dopo le europee molte forze politiche cesseranno di fare campagna elettorale in Parlamento. Continuo a considerare positivo che partecipi al processo delle riforme, pur restando all`opposizione».
 Crede che l`accordo con Fi reggerà anche in futuro?
«Credo di sì».
Il governo ha rischiato grosso. Crede che l`insistenza sul testo base del ministro Boschi sia stata un errore, visto il clima che si respirava da giorni in commissione?
«Il presidente Renzi ha legato il futuro del governo al processo riformatore e io credo che sia stata una decisione giusta. Non credo che il governo inciamperà sulle riforme costituzionali, c`è una consapevolezza diffusa sui rischi che la stessa ripresa economica correrebbe se non fossimo in grado di cambiare le istituzioni».
Ma era proprio necessario insistere su quel testo base?
«Oggi, con una maggioranza complessa e con la necessità di coinvolgere anche le opposizioni, solo il governo è in grado di tenere il bandolo della matassa di una riforma così delicata».
Molti, anche nel Pd, pensano che un testo dei relatori sarebbe stato più opportuno…
«La soluzione migliore sarebbe stata il testo base del governo e l`ordine del giorno Finocchiaro. Ma Mario Mauro ha deciso che non fosse così».
 Veramente anche Corradino Mineo, del Pd, non ha votato il testo del governo. E Vannino Chiti rilancia l`elezione diretta…
«La decisione di Mineo va approfondita e capita meglio. Avevo parlato con lui e avevo capito che avrebbe votato col gruppo. È evidente che avevo capito male…ma un conto è il non voto di Mineo, un altro la tenuta del Pd su cui non ho dubbi».
Ha pensato di sostituirlo in commissione con un senatore meno ribelle?
 «Non ho ancora capito perché Mineo non mi ha avvisato preventivamente della sua decisione».
 Il presidente della Giunta per le elezioni Dario Stefano (Sel) sostiene che dopo il sì all`odg Calderoli non si potesse adottare il testo base del governo. Parla di testi che confliggono e «pasticcio procedurale» e chiama in causa Pietro Grasso.
«Stefano sbaglia. E comunque la commissione si è espressa in modo chiaro».

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