Da parlamentare ed ex magistrato preoccupato di fare leggi giuste senza apparire di parte
‘Questa mattina, a Milano, il sacerdote che ha celebrato il rito funebre ha ricordato che Gerardo D’Ambrosio in tutta la sua vita ha cercato la giustizia. È una grande verità. D’Ambrosio era un uomo di sinistra e sapeva bene cosa significava essere stato un magistrato. Era un vero democratico che ha fatto il parlamentare con il solo obiettivo di contribuire a fare leggi giuste. Così come deve fare chi è stato magistrato, D’Ambrosio è sempre stato attento a non apparire un politico di parte’. Così il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ricorda, nell’Aula del Senato, Gerardo D’Ambrosio.
‘Parlando di lui, un suo collega magistrato ha detto di non apprezzare i giudici che passano nell’agone politico. Ho un’opinione diversa. I magistrati, come tutti i cittadini, debbono poter esercitare i fondamentali diritti politici. Quel che conta è ‘come’ fanno politica, conta il loro rigore deontologico, conta lo stile istituzionale con il quale si passa dall’esercitare il potere giudiziario a quello legislativo. Una delle ragioni per le quali, dopo aver tanto apprezzato Gerardo D’Ambrosio magistrato, ho continuato ad apprezzarlo da parlamentare è stata proprio la giusta misura dei suoi comportamenti concreti, delle cose che diceva, delle decisioni che prendeva’.
Zanda ricorda di aver ‘spesso conversato con lui, d’essergli stato amico e d’aver goduto d’un po’ del suo tempo’. ‘Il filo robusto che ha guidato la vita di Gerardo D’Ambrosio – afferma – è stato quello dell’impegno pubblico e repubblicano, sempre nella cifra dell’onestà intellettuale, del rigore dei comportamenti, della coerenza delle opinioni. E, insieme, la grande umanità, la grande apertura al dialogo e al confronto, la grande disponibilità ad ascoltare chi aveva bisogno delle sue opinioni’.
Zanda si sofferma sui sette anni da senatore di D’Ambrosio: ‘Ha continuato a seguire la linea retta che ha segnato tutta la sua vita: la difesa delle libertà e dei diritti delle persone secondo i principi fondamentali fissati dalla Costituzione. Credeva e difendeva i valori dello Stato di diritto e, sia da magistrato che da senatore, quelli della separazione dei poteri’.
Il capogruppo del Pd ricorda ‘quel suo viso severo che diventava dolce quando sorridendo diceva, parlando di sé: ‘sono cresciuto a pane e Costituzione’. In questo suo refrain c’era tutto Gerardo D’Ambrosio’, conclude Zanda.
‘Parlando di lui, un suo collega magistrato ha detto di non apprezzare i giudici che passano nell’agone politico. Ho un’opinione diversa. I magistrati, come tutti i cittadini, debbono poter esercitare i fondamentali diritti politici. Quel che conta è ‘come’ fanno politica, conta il loro rigore deontologico, conta lo stile istituzionale con il quale si passa dall’esercitare il potere giudiziario a quello legislativo. Una delle ragioni per le quali, dopo aver tanto apprezzato Gerardo D’Ambrosio magistrato, ho continuato ad apprezzarlo da parlamentare è stata proprio la giusta misura dei suoi comportamenti concreti, delle cose che diceva, delle decisioni che prendeva’.
Zanda ricorda di aver ‘spesso conversato con lui, d’essergli stato amico e d’aver goduto d’un po’ del suo tempo’. ‘Il filo robusto che ha guidato la vita di Gerardo D’Ambrosio – afferma – è stato quello dell’impegno pubblico e repubblicano, sempre nella cifra dell’onestà intellettuale, del rigore dei comportamenti, della coerenza delle opinioni. E, insieme, la grande umanità, la grande apertura al dialogo e al confronto, la grande disponibilità ad ascoltare chi aveva bisogno delle sue opinioni’.
Zanda si sofferma sui sette anni da senatore di D’Ambrosio: ‘Ha continuato a seguire la linea retta che ha segnato tutta la sua vita: la difesa delle libertà e dei diritti delle persone secondo i principi fondamentali fissati dalla Costituzione. Credeva e difendeva i valori dello Stato di diritto e, sia da magistrato che da senatore, quelli della separazione dei poteri’.
Il capogruppo del Pd ricorda ‘quel suo viso severo che diventava dolce quando sorridendo diceva, parlando di sé: ‘sono cresciuto a pane e Costituzione’. In questo suo refrain c’era tutto Gerardo D’Ambrosio’, conclude Zanda.