Dopo il film ‘Roma’ , Fellini venne severamente accusato di aver messo il suo talento al servizio di un «miserabile anticlericalismo». Mi sembra doveroso, ripetere qui – anche perché riflette una temperie d`oggi, dovuta a un oscurantismo di giornata – riprendere le franche e risolute parole destinate dal regista a ‘La Civiltà Cattolica’ «Io guardo le cose intorno a me con umiltà, con rispetto, con ingenua curiosità, e soprattutto con amore. Non sono pessimista e non voglio esserlo. Le mie preferenze vanno a coloro che soffrono di più, vittime della cattiveria, dell`ingiustizia, dell`inganno, del potere. Allora non mi bastano più il mare e il cielo che amo nei miei film. Oltre il mare e il cielo, nell`urlo di una sofferenza o la dolcezza di una lacrima, intravvedo Dio, e la sua grazia; non come lo scatto di una fede teologica, ma come una profonda esigenza dell`anima». Padre Virgilio Fantuzzi, nel libro ‘Il mio Fellini’- tra i più autorevoli sulla personalità di un regista di fama mondiale – dedica notazioni rispettose e profonde alla limpidezza felliniana. Quando, in modo ironico, mai caricaturale, traccia un`immagine di quei prelati nel celebre défilé ecclesiastico del film ‘Roma’ non irride la fede. E mi vien fatto di ripensarlo con l`aria che tira e i ‘fatti’ alle viste ancora ferito dalle ingiurie rivolte alla trasparenza, un bene non soltanto suo.

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