‘Sono passati 40 anni dal maggio del ’75 quando, a Roma, nella sede nazionale dei Lincei, 5 personalità del panorama culturale italiano – Enrico Cerulli, presidente dell’Accademia, Elena Croce, l’avvocato e filosofo Gerardo Marotta, il filosofo Pietro Piovani e lo storico Giovanni Pugliese Carratelli – fondarono l’Istituto nazionale per gli studi filosofici, con l’intento straordinario di promuovere e sostenere la libera partecipazione al più complesso e organico e sistematico seminario internazionale per la ricerca e il dibattito, la tutela e la crescita di un’enciclopedia culturale intestata alla difesa dei principi cui affidare la rinascente dialettica del pensiero umano’. Così il senatore del Pd Sergio Zavoli nel suo discorso a Napoli, in occasione del quarantennale dell’Istituto di Studi filosofici, il 26 maggio 2015.
‘L’istituto – prosegue Zavoli – che traeva la sua origine da una tesi di laurea in filosofia del diritto di Gerardo Marotta, si distinse fin da subito con il ‘diploma d’onore del Parlamento europeo’. Quello fu il seme da cui è nata un’istituzione culturale che ha promosso, coordinato ed espresso, da allora, due memorabili patrimoni: uno umanistico e uno scientifico. E’ stato il Mit ad affermare che ‘l’Istituto italiano per gli studi filosofici è un’istituzione unica al mondo, non solo per i grandi servigi che rende alla cultura, ma anche per il costante impegno nel tenere alta la bandiera della filosofia. Quello che l’Istituto ha fatto e fa per la filosofia contribuisce in non piccola misura alla sopravvivenza di tutto ciò che a noi è caro nel mondo del pensiero e della cultura’.
Il quarantennale della nascita di questo importante istituto deve servire per lanciare un allarme: sono a rischio un patrimonio librario di 300 mila volumi, i dipendenti, la sopravvivenza stessa di un istituto che non può scomparire perché , come disse Gadamer, ‘La cultura è l’unico bene dell’umanità che, se diviso tra molti, invece di diminuire di valore lo accresce”.

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