‘Con Bersani abbiamo una valutazione comune sul non equilibrio e sulla non tenuta della riforma costituzionale e dell’ Italicum, convincimenti diversi sul Senato, sul titolo V, sopratutto sulle modalità di confronto nel Pd e in Parlamento’. Lo afferma il senatore del Pd Vannino Chiti. ‘Come si possono affrontare modifiche alla Costituzione con una serie di emendamenti, senza perdere la coerenza generale della proposta? Come si può cambiare un impianto che complessivamente non regge, preliminarmente con emendamenti, anziché con un confronto generale e l’approfondimento in commissione? Gli emendamenti verranno, dopo però che in Commissione sarà stato presentato dal relatore il testo base. Questa nostra posizione non è protervia. Contro la dottrina che piega ad una linea di partito o del governo i cambiamenti della Costituzione, intendo difendere il valore dell’autonomia del Parlamento e di ogni singolo parlamentare. Le proposte si valutano nel merito: il nostro DDL supera il bicameralismo paritario, riduce il numero dei parlamentari, precisa le funzioni che devono restare di competenza sia della Camera che del Senato, propone un modello di elezione dei senatori che non privi i cittadini del diritto di scelta. Non sono verità assolute: il confronto nel merito è benvenuto, moniti all’obbedienza no perché é anche per la Costituzione l’obbedienza non è una virtù. Appare almeno chiaro che in questo confronto nel PD il congresso ormai è passato. Non centra proprio per niente. E questo è un bene’.

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