“Personalmente ritengo che se all’Italicum si deve rimettere mano vada fatto verificando le possibilità concrete in Parlamento di una legge elettorale di impianto diverso, non per qualche intervento di dettaglio, i cui esiti possono risultare ancor più distorcenti”.
Così il senatore del Pd Vannino Chiti, commentando gli esiti della Direzione del Pd di ieri.
“A mio giudizio – è la riflessione di Chiti – è necessario stare ai contenuti, ai difetti sottolineati da chi a suo tempo non votò questa legge. Non ragionare su presunte convenienze politiche, peraltro scoperte tardi da chi mesi fa acriticamente la esaltava. Esiste una maggioranza che approvi una legge fondata su collegi uninominali a doppio turno – meglio – o anche a turno unico? Oppure quale soluzione sarebbe condivisa da un ampio arco di forze, più ampio di quello che sostiene il governo? Intervenire sul solo premio di maggioranza, attribuendolo alla coalizione anziché alla lista, in presenza dei capilista bloccati e delle pluricandidature, produrrebbe come effetto reale anche quello di un’ulteriore riduzione del numero dei deputati scelti direttamente dai cittadini. Un tale esito accentuerebbe la sfiducia tra elettori e partiti, diventando un moltiplicatore di consensi verso movimenti e forze anti-sistema. Non è difficile rendersene conto: basta dedicare un po’ di tempo a stare tra le persone ed ascoltarle, anziché – conclude Chiti – spendere le energie in calcoli fondati su vecchie alchimie”.


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