“Questo Consiglio europeo, che dovrà compiere scelte importanti in tema di governance economica e di flussi migratori, ha un non detto che va affrontato e cioé se il governo italiano intende fare propria la missione storica di aiutare il processo di integrazione europea, ripensando l’Ue dentro ai cambiamenti impetuosi che la Cina sta portando all’ordine internazionale. Questa è la posta in gioco, una sfida all’altezza degli interessi nazionali è pensare a come l’Italia possa dare un contributo alla nuova Europa. Qual è il modello che vuole seguire la Presidente Meloni? Il modello polacco di affidarsi completamente agli Usa e di scegliere di approcciarsi all’Europa come fosse un menu a la carte, per cui si prendono il mercato unico e i fondi di coesione, ma quando c’è da parlare di diritti allora ci si sente liberi?” Lo ha detto in Aula il senatore Alessandro Alfieri, capogruppo del Pd nella Commissione Esteri. “Noi – ha proseguito Alfieri – dobbiamo stare con l’Europa dei padri fondatori, perseguendo all’interno della Nato un equilibrio tra i pilastri Ue e Usa. Noi sull’Ucraina abbiamo sempre avuto una posizione chiara, non la sosteniamo come ha detto Meloni perché il popolo ucraino sta evitando che la guerra arrivi da noi, ma perché difende il modello di democrazia liberale in cui crediamo. Sul tema delicato dei flussi migratori, per cui le accuse alla collega Rojc sono state fuori luogo, pensiamo che le leggi del mare derivino dai principi europei e dalle nostre costituzioni per cui ogni vita è sacra e la si salva, senza ambiguità né confusione. La lettera di von der Leyen sui corridoi umanitari è interessante e questo invitiamo il governo a riflettere”.


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