Oggi abbiamo avuto la dimostrazione della posizione ondivaga della maggioranza nella vicenda ucraina. Lo testimonia l’ordine del giorno della Lega, ritirato e poi cambiato. Una posizione che avrebbe aperto una frattura nella posizione del Governo, con inevitabili riflessi in Europa. Il tutto a vantaggio della politica di Putin. Il Pd invece ha sempre seguito una linea coerente di sostegno a favore del popolo ucraino. Una coerenza dimostrata fin dalle prime fasi, quando ancora si sperava non avvenisse la brutale aggressione di Putin. Coerenti negli atti, fin dal precedente Governo. Oggi la situazione sul campo è complicata, di stallo, le sanzioni stesse faticano a raggiungere gli obiettivi. Proprio per questo non possono esserci scuse per far venire meno il nostro sostegno al popolo ucraino. Invece nella maggioranza si assiste ad una emblematica quanto controversa diversità di posizioni. La Lega lo fa per lucrare qualche voto o per un posizionamento strategico? La politica estera non è terreno per strumentalizzazioni da campagna elettorale. Per negoziare è necessaria un’Europa unita. Questo deve essere chiaro. Meloni e Salvini saranno disposti a chiedere al loro amico Orban di togliere il veto al pacchetto di aiuti da 50 miliardi all’Ucraina? Andranno in sede di alleanza atlantica a dire a Orban di ratificare l’adesione alla NATO della Svezia? Servono atti concreti non le parole che la maggioranza fa nelle aule. E’ il momento della verità: l’ Italia avrà la presidenza del G7, vorremmo sapere quindi quale saranno le iniziative del Governo, quali azioni intenda intraprendere per rafforzare l’architettura di sicurezza della Ue, per una azione diplomatica per la pace. Così come la presidente Meloni dovrà esplicitare cosa intende fare il Governo in ambito G7 qualora vincesse Trump che già ha anticipato le sue scelte isolazionistiche. Al momento sono chiari solo i vostri preoccupanti contorsionismi in Italia e in Europa. Il Pd ha chiaro da che parte stare, da quella dell’Europa e del rafforzamento della politica estera e della difesa comune. Così il senatore Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in Commissione Affari Esteri, in sede di dichiarazione di voto a Palazzo Madama, sul Decreto di proroga sull’invio degli armamenti in Ucraina.


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