Il Pd “c’è e cresce rispetto al 2017. Il
centrosinistra sta vincendo al primo turno a Lodi e batte la Lega con
un candidato giovane che ha fatto una bellissima campagna. Sta
vincendo a Taranto con Melucci. E poi Padova, La Spezia. Tante città
in cui il centrosinistra vince al primo turno o arriva in vantaggio al
secondo turno. Quello che preoccupa è il calo dei 5 Stelle. Clamoroso
in alcuni casi, penso a Palermo”. Alessandro Alfieri, coordinatore di
Base Riformista, commenta così all’Adnkronos l’andamento delle
amministrative.
Il Pd rischia di ritrovarsi con un alleato in via di estinzione? “C’è
stato un calo forte anche in città dove non ce lo aspettavamo. E’ un
campanello dall’allarme”. E allora, che si fa? Serve uno sforzo
maggiore per coinvolgere Calenda? Anche se il leader di Azione sembra
più interessato a correre da solo… “La sforzo deve avvenire da
entrambe le parti. Io credo che ci siano le condizioni per dialogare.
Ma non a tavolino, il dialogo lo si fa sui temi”.
“Io sono convinto che noi dobbiamo andare avanti in un progetto, in
vista della politiche, che riesca ad allargare e a parlare a tanti
mondi. In queste amministrative ci sono state realtà civiche che hanno
avuto un successo straordinario. Candidature civiche, spesso grazie
alla generosità del Pd. Ecco l’alleanza con questi mondi che abbiamo
costruito a livello locale, va spostata su un progetto nazionale”. Come? “Sui temi: sviluppo sostenibile, lavoro, salari,
qualità della vita, welfare. E’ sui temi che si costruisce un progetto
di governo. Non su alleanze pre-confezionate. Dobbiamo parlare a
questa fetta dell’elettorato che può avere nel Pd un punto di
rifermento importante. Per questo serve al Paese una legge
proporzionale che consenta di concentrarsi sui progetti, di
presentarci con i volti dei democratici, di valorizzare le nostre
proposte mentre quella attuale spinge a dover costruire larghe
coalizioni”.
Se, come pare, Fdi supera la Lega al Nord, sarà più facile il via
libera del Carroccio al proporzionale? “Faranno le loro valutazioni.
Ma dopo i ballottaggi, io credo che si ponga il tema di capire quale
legge elettorale serva al Paese più che ai singoli partiti”.
Alfieri, da lombardo è soddisfatto del voto? “Da lombardo sono
felicissimo per Furegato a Lodi. E’ giovane, in gamba, ha fatto una
bellissima campagna elettorale chiusa da Letta, Guerini e Malpezzi e
ha battuto una sindaca leghista molto sostenuta da Salvini. Un bel
segnale. E poi il risultato di Como dove siamo avanti e anche qui
governava la Lega”. Tira un’aria buona in vista delle regionali in
Lombardia? “Il giudizio definitivo lo potremo dare dopo i ballottaggi,
ma c’è un bel clima, di cambiamento e noi stiamo mettendo alcuni
mattoni importanti”.